Cosa faresti se la tua band facesse un album che non è un capolavoro?
Forse il successivo lo faresti riflettendo sul fatto che non sei un dio, quindi puoi sbagliare e devi darti meno arie… gli Oasis no! Dopo “Standing On The Shoulder Of Giants” (che non è andato benissimo) pubblicano questo live registrato a Londra e, se girate la confezione, troverete uno scritto in cui la band in poche parole si autoproclama a “migliore rock and roll band al picco della loro forma”; tutti sappiamo che in un periodo come quello non potevano permettere di fare certe affermazioni.

Comunque questo album presenta prevalentemente canzoni di repertorio e solo quattro tracce estratte dall’ultimo album. Su tutto regna il forte impatto live (un po’ arruginito) che i Gallagher Bros sanno ancora regalare, ma sicuramente non come gli esordi. Si parte con la strumentale (presa direttamente dal cd in studio) “Fuckin In The Bushes”, la band entra, Liam saluta tutti con un azzardato “Hello Manchester!” e si becca una valanga di fischi; si prosegue con “Go Let It Out” che dal vivo è meno pop e più rock, arricchita da assolo finale psichedelico.”Who Feels Love?” è fedele alla versione studio; dopo un siparietto, dove Liam incita il pubblico ad urlare il suo nome, c’è “Supersonic” che suona inutile: non da emozioni rispetto al passato, cosi come “Shakermaker”. Fortuna che “Acquiesce” riesce sempre a dare la scossa e qui la voce di Noel (molto più in forma del fratello) da il massimo. Liam lascia il posto al fratellone per il rock di “Step Out” ma ritorna per la stupenda e infinita (8 minuti) “Gas Panic!” che incanta soprattutto in quel finale velocissimo. “Roll With It” e “Stand By Me” portano alla favolosa “Wonderwall” che incanta tutte le 75.000 anime presenti. Eccoci alla immancabile “Cigarettes & Alcohol” dove la band suona i Beatles per introdurla ed i Led Zeppelin per chiuderla: unica! “Questa è per tutti quelli che hanno il pisello piccolo” dice Noel prima di attaccare con “Don’t Look Back In Anger” che, come al solito, non si commenta per quanto sia bella anche dopo centinaia di ascolti; vale lo stesso per “Live Forever” e “Champagne Supernova”. Dopo “Hey Hey, My My” di Neil Young tocca a “Rock And Roll Star” chiudere la serata, e lo fa in maniera eccezionale.

Mancano delle grandi canzoni come “Sunday Morning Call” o “Hello” ma in definitiva la scaletta non è male.
L’album non aggiunge nulla di nuovo alla discografia dei Mancuniani, è solo una tappa che ogni gruppo ormai sente di dover fare: consigliato solo ai veri fan.

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