La chiamerò N.W.O.H.G., o meglio New Wave of Heavy Girls.

Ragazze incazzate che devastano microfoni al suono della loro vocina demoniaca.

Ma gli Oathbreaker non sono solo questo. Sono un effluvio di sberle che mandano la faccia in fiamme. Una colata di calore bastardo proveniente da Ghent, in Belgio, l'odio HC che risale le radici del vecchio continente e divora le sinapsi. Senza mezzi termini. 

La porta viene sfondata dalla deathoriented fucilata di "Origin", che si evolve in un riff di legati Mastodontici e, piede sul freno, un mid-tempo dritto tra capo e collo, e la voce di miss Caro è qualcosa di totalmente abrasivo, ho sentito maschietti (compreso il sottoscritto) non arrivare ad avere una cattiveria simile in gola, furia cieca bastarda oltre i limiti. L'anthemica "Hierophant" brucia sottopelle, le chitarre sono un macigno, la marcia sfocia in una sfuriata stronza, gli Entombed fanno capolino e ti sputano in faccia, la chitarra è padrona a braccetto con le fiamme nere che avvolgono la voce in ogni sua espressione, e poi un assolo che è un rasoio sugli occhi. "Fate Is High" è cieca disperazione in tempi medi, decelerazioni in corsa, bordate e rilasci di melodia nera pece, cavalcati dalla follia vocale, che ricerca il disagio nei freddi e marci interstizi di un'anima percossa da convulsioni micidiali.

Non c'è un attimo di pace e la suite di "Sink Into Sin" divisa in due parti è la dimostrazione di come i belga possano muoversi in direzioni inusitate e splendide, rimango spiazzato quando in mezzo alla guerra elettrica arriva una chitarra acustica, che dona il tocco magico alla melodia del pezzo, poi un mare silenzioso, con un feedback che arriva da lontano e cavalca le onde di rigurgiti ed esplode sull'unica voce maschile del disco a firma Colin H. Van Eeckhout (vi dice niente il nome Amen Ra? no? dovrebbe invece, chiedetelo ai Neurosis) che porta un carico di ulteriore disperazione sgolata e marcescente. Poi il silenzio che si sfracella su un muro di odio granitico in "Glympse Of The Unseen" che tira fuori i cubici neri attributi stonersludge, che rilascia melodie mefitiche per tutti i suoi 6 minuti, con urla diaboliche che stracciano le pause di silenzio, fino ad arrivare al primo e unico sussurro in mezzo a chiodi di voce arrugginiti. La finale acustica, noirfolkeggiante e splendida title track poi è la dimostrazione che c'è un eclettismo di fondo che è foriero di evoluzioni splendide in caso di un secondo disco, e Caro canta, e tocca il cuore, un timbro avvolgente, a metà strada tra sensazioni algide e un calore nero, mi spaventa e mi porta a chiudere col cuore divelto questa cazzo di recensione.

 

Elenco tracce e video

01   Origin (02:39)

02   Hierophant (02:20)

03   Fate Is High (03:56)

04   Sink Into Sin - I (01:48)

05   Sink Into Sin - II (03:33)

06   Thoth (02:49)

07   Black Sun (02:58)

08   Glimpse of the Sun (06:02)

09   Mælstrøm (04:03)

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