L'Italia si scopre nuova ma vecchia, bipolare e berlusconiana, con la Lega al 7% in Emila-Romagna e le sinistre senza alcun seggio in Parlamento: "ci hanno davvero preso tutto" e dunque non c'è momento migliore per Bachelite, il nuovo disco degli Offlaga Disco Pax, le cui storie, variamente ambientate a cavallo degli ultimi trent'anni, intercettano la mutazione di una provincia emiliana che accresce gradualmente la sua paranoia. L'ambiente sonoro di supporto ai racconti è un indietronica a tratti cupa, a tratti sognante, che cita senza remore i propri riferimenti (dai Neu! in "Dove ho messo la Golf?" all'handclapping elettronico di"Decades" dei Joy Division, che segna il climax in "Venti minuti") e riprende in questo disco dei luoghi musicali ormai tipici della poetica della band ("Superchiome" richiama la bossa-wave di "Kappler", mentre "Onomastica" rinnova il gioco dell'elenco di nomi, in maniera simile a "Robespierre"). La guida tematica dei brani è - secondo la definizione del gruppo stesso - un' ideologia a bassa intensità, fatta di icone piene di una sostanza politica irrimediabilmente pop - da Yashchenko, saltatore in alto sovietico, "ventrale!", recordman alla faccia degli americani fosburiani, al perdente Lula, a cui inneggia l'adesivo sulla Golf di cui il cantante si riappropria in "Dove ho messo la Golf?" (un "esproprio proletario" sui generis che passerà inosservato agli occhi dei vigili altrettanto quanto la campagna elettorale brasiliana del '94, in cui Lula sfiorerà la vittoria, prima di diventare il leader "un po' annacquato" dei giorni nostri), passando per il chirocefalo, strano ed antico gambero, la cui "epopea" diventa in "Fermo!" metafora della lotta al pensiero dominante. Le promesse fatte dalla storia non vengono mantenute - così la Mambro può andare in giro a definire sensibile il suo compagno di vita Giusva Fioravanti e può farlo a piede libero, nella vita come nel vocabolario; allo stesso modo, il passare degli anni distrugge certezze, confonde i ruoli - il fonico che "fonicava" in "Lungimiranza" diventerà un noto cantautore, mentre sullo sfondo l'ARCI da organizzazione "di base" si trasforma in quello che tutti sappiamo essere l'ARCI ora - e infierisce su chi probabilmente non lo merita - la ragazzina tossica in "Cioccolato I.A.C.P", (e adesso sappiamo il perchè, del Toblerone).
Bachelite conferma gli Offlaga come una delle poche ipotesi plausibili di "pop sensibile" all'italiana: di certo, il pubblico indie imparerà anche questa volta i testi a memoria e darà sostanza proverbiale agli slogan più incisivi. In fondo, non è quello che è successo anche ai CCCP? Se solo fosse ancora tra noi Tondelli - fa male, invece, constatare che, al momento, è un'altra la persona che è uscita viva dagli anni Ottanta...
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Altre recensioni
Di 110188
"Bachelite ti conquista al primo ascolto. Ti colpisce soprattutto la sua essenza."
"Difficilmente dimenticherai la melodia di 'Cioccolato I.A.C.P.', la perla assoluta di questo disco."
Di recovery_m
Ho amato questo disco al primo ascolto.
È un disco schierato, ma con poco di politico, molto invece di socialismo.
Di Pollack
«Al 'i tedeschi sanno il fatto loro' mi si sono inumiditi gli occhi e ho sorriso spontaneamente nonostante tutto.»
«Fare il doppio giro dell'isolato con Max Collini che parla della statua di Lenin che piange lacrime bianche come le navi del porto di Arcangelo.»