Formatisi nell'88 a Torino gli Opera IX cominciano la loro carriera sfornando tre capolavori: il cupissimo e ancora acerbo "The Call Of The Woods", il più melodico e pagano "Sacro Culto", e l'oscuro ed esoterico "The Black Opera: Symphoniae Misteriorum In Laudem Tenebrarum". Di quest'ultimo mi accingo a parlare, non solo in quanto uno dei miei album preferiti, ma anche perchè ritengo sia il migliore della loro carriera. Il loro sound è caratterizzato da un mix di doom, black e death metal che verrebbe più comodo definire "occult metal", arricchito da cori, chitarre acustiche stile folk e tastiere sinfonicheggianti. Ma il quadro non sarebbe completo senza una voce capace di spingere l'anima a trascendere verso più alte sfere: obbiettivo perfettamente raggiunto grazie alla malefica voce di Cadaveria, vera maestra nel destreggiarsi tra i suoi screams concedendosi talvolta qualche intervento pulito (e che purtroppo dopo quest'album lascerà il gruppo assieme al batterista Flegias).
Il cd in questione è un concept, riguardante il percorso verso la conoscenza suprema di un guerriero spirituale, che si dispiega tramite la schiusura di sei sigilli (qui rappresentati dalle canzoni stesse). Essenziali a tal proposito i testi che traendo a piene mani da libri di occultismo e magia cerimoniale costituiscono delle vere e proprie invocazioni. Da segnalare la lunghezza delle songs (da un minimo di 6 minuti circa a 10 e mezzo) che tuttavia non scadono mai nella prolissità. Una solenne litania ci introduce a "The First Seal" ma si traduce presto in un feroce scream supportato da laceranti chitarre che ci stordiscono con la loro monotonia per poi lanciarsi in imponenti cambi di tempo. "Beyond The Black Diamond Gates" invece, con la sua cadenza misticheggiante, ci da l'impressione di assistere ad un vero rituale esoterico, anche grazie al contributo delle bellissime tastiere e dei cori che donano solennità. Un fulmine a ciel sereno "Carnal Delight In The Vortex Of Evil" dove pur nella sua violenza ci sembra di respirare incenso in un tempio antico e dimenticato. Break di chitarra acustica accompagnano la cantante intenta a declamare blasfemie su un cupo altare. "Congressus Cum Daemone" è la traccia più lunga, quivi tutti gli elementi del sound degli Opera IX convergono per creare un arcobaleno di atmosfere cupe e infernali. Ascoltatela se volete sapere cosa i romantici intendessero per sublime. È la volta poi di "The Magic Temple", intermezzo che si apre con crepitii di fuoco, rumori di spade, sussurri per lasciar spazio a un'invocazione recitata dalla cantante in italiano che esplode in un urlo finale e nei riff di chitarra. Un pezzo stupendo. "The Sixth Seal" non fa altro che riepilogare le caratteristiche principali delle tracce precedenti. Chiudono inquietanti sospiri che lasciano spazio alla bonus track, la cover dei Bauhaus "Bela Lugosi's Dead". Devo dire che non mi è mai piaciuto il pezzo originale, mentre qui viene reso alla grande. Grazie anche al canto principalmente pulito, la canzone è decisamente più melodica rispetto al resto del disco, rivelandosi un finale davvero azzeccato.
Anche dal punto di vista grafico il cd non delude grazie ad una copertina accattivante e a un libretto dalle immagini davvero ispirate. L'intero album è da considerarsi se non un capolavoro (e poco ci manca), un lavoro eccellente. Un must per gli appassionati del metal più oscuro e affascinante, non potrete resistere al carisma emanato da una figura come Cadaveria. Ideale colonna sonora per ogni tipo di rituale esoterico.
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