Nonostante li abbia conosciuti relativamente "tardi" (era appena uscito "Yes") per certi versi posso dire di essere stato un privilegiato ad aver avuto l'opportunità di scoprirli e assaporarli andando a ritroso: le corpose evoluzioni del sax baritono di Dana Colley inframmischiate al basso pulsante a due corde di Mark Sandman sono lì a dimostrare quale razza di magnifico ensemble è stato quello del trio Bostoniano.

In effetti recuperare almeno il loro primo trittico dovrebbe essere imposto per legge in una società che ambisca ad (auto)proclamarsi civile.

Un altro e laterale modo per entrare in contatto con il loro peculiare universo sonoro potrebbe essere quello di accostarsi a questo (unico) disco registrato dal vivo nel 2000 da parte dei "superstiti" Colley e Conway, a pochi mesi di distanza dalla perdita del compagno di tante meravigliose scorribande.

Per mettere in piedi l'Orchestra viene reclutato un nutrito manipolo di valenti musicisti assieme alla ottima cantante Laurie Sargent per rileggere e rivitalizzare alcune tra le tante gemme nascoste del corpus Morphiniano. Perchè non saprei come meglio definire le riproposizioni di pezzi come "You Look Like Rain", "The Night" o "I Know You Pt.III" in chiave semi-allargata.

Il disco peraltro presenta gran parte della tracklist dell'ultimo lavoro in studio, quel "The Night" che li aveva riportati su livelli consoni al loro standard dopo il (secondo me) poco convincente "Like swimming": purtroppo con Mark dietro al microfono gran parte di questi pezzi non era stato possibile portarli on stage.. e il desiderio di rendere omaggio sia a Lui che agli stessi brani eseguendoli dal vivo credo sia stata un'esigenza fisiologica irrefrenabile.

Per quanto ci si trovi innanzi ad un disco "serio" il lavoro è tutt'altro che un emaciato omaggio alla memoria dello sfortunato frontman: si tratta di un disco pulsante e appassionato dove anche il rumoroso vociare del pubblico in sottofondo crea un'atmosfera amichevole e avvolgente; il concerto peraltro risulta registrato più che dignitosamente e suonato in maniera spesso esuberante e ho come la vaga certezza che anche non avendo presenti le versioni originali il disco si lasci scorrere con piacere.

Per chi ha conosciuto e magari anche amato le ombrose/nervose tessiture del trio le esecuzioni giusto un po' più colorite delle varie "Souvenir", "Top Floor, Bottom Buzzer" etc. oltre all'istintivo piacere di (ri)sentire i Morphine in azione, potrebbe far sgorgare qualche amara lagrima per quello che è stato e per quanto di buono ci siamo persi anzitempo.

Oh Yes

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