BACK FROM THE GRAVE... di chi era già sto pezzo?

Boh, io non ascolto un disco metal da secoli, pur essendo stati un patito di Slayer, Pantera, Morbid Angel, etc... ho sempre concepito il metal come una forma eversiva di suono, bestiale e senza mezzi termini su come le tematiche-e che tematiche- vadano affrontate... cioè visceralmente, spiazzando ad ogni confronto il malcapitato ascoltatore, spossandolo e violentandolo.
Poi, in un punto imprecisato del tempo, forse anche esasperato dalla cenciosa platealità di certi "mostri sacri" e non del metal (Metallica, e Burzum, ad es.), ho scoperto che sempre più spesso bisognava ricercare in ben altri versanti quell'aura di dissacrazione e coralità che vedevo- a torto- solo nel metal. Oggi sono inciampato su questo "Grapes from the estate" di un certo Oren Ambarchi.

E chi cheezzo è, mi direte ??

Ebbene, dalle lande desolate dell'Australia da qualche tempo si sta muovendo qualcosa... datemi retta, setacciate un po' in giro e scoprirete un folto sottobosco di musicisti sperimentali, e pazzoidi che hanno il loro campo base proprio in questo lontano paese: Anthony Pateras, Robin Fox, Striborg (tazmanian black metal?!), Brothers of the Occult Sisterhood, e infine proprio lui, Oren Ambarchi.
Oren opera e manipola da qualche tempo con la chitarra, opportunamente riverberata e processata al computer, alla ricerca di un suono scheletrico e puro, le cui onde circolari, sempre più piene ed impastate di suono man mano che esso si sviluppa, non hanno altro scopo che proiettare me e voi, cari ascoltatori, nell'iperspazio!

Ascoltare "Grapes from the estate" (preferibilmente in cuffia, con le basse al massimo, e magari avvolti dalla penombra) ti trascina inevitabilmente in una dimensione di self-consciousness, attenta e stupefatta, dove la musica si trasforma in una mutante sinestesia, come se si fosse alla ricerca di una formula alchemica per allineare nella propria mente(e di tutti) una sorta di sensazione unica ed estatica dei 5 sensi , e più....
E mentre nei primi due pezzi (Corkscrew, Girl with silver eyes) questo cocktail di sensazioni a più livelli da luogo a dissonanze e chiaroveggenze di sapore quasi glitch, negli altri due (Remedios the beauty, e soprattutto Stars aligned/Web spun) la circolarità e la micropolicromia delle soluzioni stilistiche del disco vengono messe a nudo nella loro solare eppur spettrale bellezza.

Disco della madonna per me che amo Earth, Vibracathedral Orchestra, e Brian Eno. Se qualcuno obietta che sta roba è troppo pallosa lo capisco... ma lui deve capire che sta roba è concepita apposta per stancare l'udito e raggiungere una sorta di zenith a rovescio dove esiste solo una cosa: la vibrazione pura.

Viva i Rose Tatoo.

Elenco tracce e video

01   Corkscrew (09:43)

02   Girl With the Silver Eyes (09:40)

03   Remedios the Beauty (15:37)

04   Stars Aligned, Webs Spun (20:40)

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