Battitori Selvaggi, Volti di Pietra (con Gianni Leone, poi nel Balletto di Bronzo), Città Frontale: tre sigle che precedono la nascita del gruppo. Dopo l'ingresso del polistrumentista Elio D'Anna (ex Showmen), il nome viene cambiato in Osanna (sfogliando casualmente il vocabolario). Il resto della band è formato da Danilo Rustici e Lino Vairetti ( cantante/tastierista e chitarrista, autori e fondatori del gruppo), Massimo Guarino (batteria) e Lello Brandi (basso).
Esordiscono nel 1971 al festival di Caracalla e poi a Viareggio Pop. Nel frattempo incidono il loro debut-album, il qui recensito "L'Uomo".

E' un album solo in parte progressive (al momento della sua uscita non erano ancora comparsi sulla scena band come PFM, Banco, Area) in cui si mescola all'hard rock, a influenze tradizionali e a pochi spunti jazz.
I testi (cantati in parte in inglese e in parte in italiano) sono tutti incentrati sulla miseria della condizione umana. Una caratteristica che mi ha colpito del sound è l'uso poco "ortodosso" dei fiati, suonati in modo rabbioso al punto da creare suoni lancinanti, al fine da ricreare la sofferenza fisica e psicologica dell'essere umano (si prendano come esempio gli assoli di fisarmonica e flauto dell'"Introduzione").

Dopo l'intro sopracitata  è il turno della title-track, brano simbolo del gruppo. Su una base di chitarre acustiche Vairetti declama il poetico testo ("Momenti di pace non sempre sfruttati/Han reso nei buoni dei cuori ghiacciati/ Si vive e si muore/ Nel fango e nell'orrore/Si cercano invano/ Momenti d'amore") a cui segue un dissonante assolo di sax. "Mirror Train" è uno dei brani migliori: dopo l'inizio hard e lo scambio di assoli chitarra/flauto si passa a una fase più bluseggiante per poi concludersi con la chitarra che cita "Bandiera Rossa". "Non sei Vissuto Mai" e "Vado Verso una Meta" sono 2 brani meno elaborati (da segnalare l'outro della prima, che riprende il tema della title-track). Segue "In un Vecchio Cieco": la prima parte sembra una vera e propria canzone tradizionalementre la seconda è un puro assalto sonoro da parte del sax, anche qui spinto all'estremo delle sue tonalità. "L'Amore Vincerà di Nuovo" è la canzone dal minutaggio più alto (6.13 min), cantata sia in italiano che in inglese, parte lenta e melodica,  ma nel centro presenta una parte più hard su cui si innestano i sempre belli assoli di flauto, che domina la parte finale con sottofondo degli strani vocalizzi . Ancora hard rock senza fronzoli in "Everybody's Gonna See You Die", dall'azzeccato riff di chitarra e in "Lady Power" che chiude l'album.

VOTO = 8 

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