Ours – "Precious" (2002)

Piume di uccello su braccia aperte, labbra dorate ed una bocca spalancata verso il cielo come a chiedere cibo o a lanciare un grido liberatorio e forse mi sbaglio ma sta volando, o così mi era sembrato. Eppure sembrava un angelo, come Jeff Buckley o come il Bono sospeso sopra Berlino. O forse era una donna? No, non può essere. Ma ha importanza il sesso? No. Conta il falsetto, l'isteria, i lenti saliscendi, i momenti di rottura, e le riprese finali. Prendi "Leaves" e prova a rincorrere le chitarre che danzano nel vuoto. Non ce la farai sono troppo leggere. Per prenderle devi diventare aria. E poi "Femme Fatale" ci sembra di conoscerla, ma non è Lou Reed: è un uomo che cantando come una donna ci fa credere che una donna così esista davvero. Ed i Cure sono serviti a qualcosa? Non ti hanno insegnato che starsene da soli a pensare troppo a lungo può farti appassire? "If Flowers Turn" sembra non dimostrarlo. Grosso sbaglio. Altro sbaglio poi non mettere "Broken" alla fine, troppo difficile continuare dopo di lei. Ormai pensi di essere in orbita, portato troppo in là per tornare indietro sulla terra e ascoltare ancora, ma "Chapter 2 (Money)" ti prende per i capelli, ti tira giù e ti sbatte in faccia la realtà. I maiali che ti circondano e tutta la loro sporcizia ti spezzano il morale, ma è questione di pochi minuti e morbidi pensieri ti avvolgono sotto le lenzuola mentre stai dormendo. Pensi a lei, conti le stelle bruciate dai tuoi errori, che hai messo da parte, e giuri a te stesso di non farlo di nuovo.

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