Dopo essere stato cacciato dai Black Sabbath, Ozzy Osbourne scompare dalle scene per tre anni dandosi all'alcool e a droghe varie, per poi ricomparire nel 1980 insieme al chitarrista Randy Rhoads, con un album stupendo: "Blizzard of Ozz". Dopo la tragica morte di Randy in un incidente aereo, Ozzy non riesce più a creare album del livello di questo. Ma la speranza ritorna con l'entrata di un giovane e promettente chitarrista: Zakk Wylde. Il primo esperimento con il nuovo componente è interessante: l'album "No Rest For The Wicked" suscita qualche interesse ma non basta per riportare il cantante alla sua fama precedente . E' con l'album successivo che il Madman trova il suo capolavoro: "No More Tears".

L'album esce nel 1991, dalla casa Epic Records. Peculiarità dell'album è che non contiene nemmeno un pezzo trascurabile. Possiamo comunque dire che dire che le più riuscite siano "No More Tears", title track misteriosa e di lunga durata, "Mama I'm Coming Home", la ballad dell'album dedicata alla moglie di Ozzy, "I Don't Wanna Change The World", vincitore di un grammy come "Best Metal performance", e "Hellraiser", cupo pezzo in cui è particolarmente presente lo stile dei Motorhead (infatti la canzone è stata anche inserita in un album del gruppo inglese, ma cantata da Lemmy ed in pieno stile loro). Ma il mio consiglio è quello di non limitarsi ad ascoltare queste poche canzoni, ma tutto l'album, perchè anche pezzi come "S.I.N"., "Time After Time" e "Mr. Tinkertrain" meritano indubbiamente la loro parte.

Il merito va attribuito, oltre che a Ozzy, a due altri personaggi: uno Zakk Wylde al massimo dei suoi livelli che sforna un assolo stupendo dopo l'altro (quello di "No More Tears" è stato inserito nella classifica dei 100 milgiori assoli rock di sempre) e di Lemmy dei Motorhead come supporto a Ozzy e a Zakk alla scrittura dei brani.

Una volta fatti questi nomi non rimane che ascoltare l'album, ascoltando ogni singolo pezzo contenuto in esso.

VOTO COMPLESSIVO: 9.

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