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'Tales From Monographic Oceans': viaggio a braccio in un braccio di mare, tagliando gli istmi di alcune discografie (10, 1). 'Musics for a New Society': tra Stockhausen e il pop'n'roll, l'avanguardia spericolata e libertina di un gallese 'pericoloso', ma per davvero.
John Cale- John Milton
  • imasoulman
    4 set 18
    a vostro grave danno, ripartono le monografie. E questa era stata - come detto con qualcuno - procrastinata, ma visto il profluvio di 'velvettismo' da queste parti...Si parte così, classicamente maestosi per poter certificare che la sua mano 'poteva esse fero e esse piuma'. Oggi è stata...?
     
    • luludia
      4 set 18
      l'accademia in pericolo...
    • imasoulman
      4 set 18
      ho sempre ritenuto fantastico immaginare questo soggetto dal profilo lombrosiano e le occhiaie da tossico all'ultimo stadio entrare nei Conservatori...
    • luludia
      4 set 18
      eh si, per questo il titolo è fantastico...
    • hellraiser
      4 set 18
      In cheee seenso?!
  • musicanidi
    4 set 18
    Ops...ma questa è una #vipsongs
     
    • imasoulman
      4 set 18
      prego?
    • musicanidi
      4 set 18
      Tutto ok...ogni canzone che ha per titolo una persona famosa la etichetto con quell'ashtag. E Sir Milton se lo merita proprio.
    • imasoulman
      4 set 18
      ah ok...mi ce lo vedevo, Sir John in spiaggia a Malindi o all'ingresso dei locali di Portorondo...mi ce lo vedevo proprio...
    • imasoulman
      4 set 18
      ...a discettar di lettere con Briatore, Santanchè e Borriello...
  • lector
    4 set 18
    Un giorno ti tedierò dicendoti quello che penso di Cale, adesso non posso: il pupo sta prendendo a calci la tastiera....
     
    • imasoulman
      4 set 18
      di fronte ai calci del pupo, qualsiasi avanguardia o sedicente tale è obbligata a diventar retroguardia e a battere in ritirata...(nel frattempo, cerca però di trovare argomentazioni convincenti a sostegno della tua tesi anti Cale-ista, chè la Chiesa Anglicana è pronta ad un - secondo - scisma e conseguetentemente alla tua scomunica...;)))
    • lector
      5 set 18
      Schizofrenicamente scisso tra cervellotiche teorie di "musiche altre" e d'avanguardia ed i lustrini e le sguaiatezze del pop; il povero John (secondo me) non è mai riuscito a trovare davvero sé stesso. O meglio, io credo che la sua formazione "colta" sia stata - per lui - una vera zavorra; un peso da cui (più o meno consapevolmente) ha sempre cercato di liberarsi per potersi trasformare in quello chansonnier maudit che ha sempre sognato di essere. Ma il vero problema non era né la sua formazione classica, né tantomeno la sua capacità di concepire cristalline melodie pop: no il suo vero problema era la voce. Una voce non all'altezza delle sue ambizioni a cui ha dovuto (troppo spesso) piegare la sua musica. (Secondo me, sempre secondo me, sia chiaro!).
      Il risultato è una discografia ricca, varia, a tratti geniale ma (sempre secondo me) monca di un vero capolavoro; anche ai suoi dischi migliori (per me "Paris 1919" e "Music for a New Society") manca - alla fine - sempre qualcosa.
      Il mio Cale è l'arrangiatore, il produttore, l'altra metà (la spalla insomma!). Sublime nel suo lavoro con Nico, indispensabile contraltare di Reed nei Velvet.
      Insomma il Gianni Agus del rock!
    • imasoulman
      5 set 18
      argomentazioni assai incisive, convincenti e per buona parte condivisibili. Punti di dissenso: 1) personalmente penso che mentre Lou era NATURALMENTE portato verso il rock'n'roll, Cale al rock dovette per l'appunto piegare la sua formazione, adattarsi a 'comporlo'. Reed riusciva a rendere immortali canzoni di tre accordi (Sweet Jane, Rock'n'Roll...) grazie a quello swing ineffabile che o ce l'hai o non ce l'hai. Cale, no: quando si è dato al rock, lo ha fatto sempre forzando la mano, volendo essere quasi 'estremo', un po' come quelli studenti verbosi che hanno sudato e studiato la lezione ma poi alla fine non sanno riferirertela come invece fa chi ha il dono naturale dell'esposizione (dici la voce? forse sì, ci può stare, ma io credo fosse proprio una questione di come la materia-rock viene maneggiata. Per contro, però, credo pure che una versione stravolta, trasfigurata oltre ogni limite e in un certo senso definitiva come quella di 'Heartbreak Hotel' abbia le stimmate del miglior Nick Cave) 2) un capolavoro vero c'è ed è 'Music for a New Society', disco da isola deserta se ve n'è uno. Avesse contenuto 'Hedda Gabler' - impossibile, lo so, fuori contesto com'è... - sarebbe stato un suo capolavorissimo. Il resto, a commento della lista in divenire...;)
    • luludia
      5 set 18
      bello leggere simili discussioni sul mio gallese preferito, siete due grandi...
    • lector
      5 set 18
      Grazie Lulù. Ora, però, dicci la tua
    • lector
      5 set 18
      Vedo che l'hai fatto in HP.....
    • luludia
      6 set 18
      ciao lector!!!!...credo che cale sia colui che porti avanti il lato "Sunday morning" "Venus in furs",ovvero ballate cupe e raffinatezza infinita...e trovo anche che la sua voce sia perfetta per canzoni che abbiano, o tentino di avere, quel tipo di aura...
  • imasoulman
    2 apr 22
    Modifica all'ascolto: «era sparito....». Vedi la vecchia versione l'ascolto di imasoulman: 'Tales From Monographic Oceans': viag...
     

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