5°: IVANGARAGE
Dopo un periodo più commerciale e meno ispirato, Ivan decide nel 1989 di rialzarsi in grande stile, con un disco pepato, grintoso e ispirato come non lo è mai stato dopo l'80. Ivangarage è un disco che ritorna al rock, anzi si potrebbe dire che Ivangarage è un disco che tenta la strada dell'hard rock: dentro compaiono pezzi come Prudenza mai, un vero e proprio manifesto d'intenti e di stile, Ora et labora, sulla vita dei monaci, Psychedelico, puro frullato di pazzia, Un uomo, dove Ivan ci fa capire che ancora non è finito; questi 4 sono i brani più estremi mai prodotti da Ivan, dove la chitarra è suonata in maniera sporca e grezza, ancor più che in certe tracce di Agnese dolce Agnese (Fame, Veleno all'autogrill, Dottor Jeckill and Mister Hyde, Fuoco sulla collina). Ma Ivangarage non è solamente sano e sporco rock: ci sono ballate meravigliose come Guagliò guagliò e Radici nel vento, una dolce dedica a un amico deceduto in Noi non moriremo mai e I metallari, pezzo che già dal titolo ti fa presagire schitarrate a destra e a manca e che invece altro non è che una ballata che vuole smontare la figura del metallaro. In più abbiamo anche la nuova dark story Jhonny non c'entra, storia (mezza) vera di un bambino di 7 anni che uccide suo padre, e la conclusiva e ironica E mò che vuoi, con un testo che parte incazzato e diventa romantico (un modo curioso di finire un album...). Cosa si può dire in conclusione di questo Ivangarage? Un album che recupera la vena pura di Ivan, divisa tra rock sardonici e grintosi e ballate meravigliose, dove il limite stesso del rock italiano viene scavalcato, creando episodi hard rock riconducibili più al rock britannico/americano che al rock made in Italy; insomma, da qualsiasi prospettiva lo si guardi Ivangarage rimarrà un caso unico nella discografia del nostro e uno degli episodi di Ivan, insieme ai 4 album usciti tra il 77 e l'80
La gemma: Prudenza mai
Dopo un periodo più commerciale e meno ispirato, Ivan decide nel 1989 di rialzarsi in grande stile, con un disco pepato, grintoso e ispirato come non lo è mai stato dopo l'80. Ivangarage è un disco che ritorna al rock, anzi si potrebbe dire che Ivangarage è un disco che tenta la strada dell'hard rock: dentro compaiono pezzi come Prudenza mai, un vero e proprio manifesto d'intenti e di stile, Ora et labora, sulla vita dei monaci, Psychedelico, puro frullato di pazzia, Un uomo, dove Ivan ci fa capire che ancora non è finito; questi 4 sono i brani più estremi mai prodotti da Ivan, dove la chitarra è suonata in maniera sporca e grezza, ancor più che in certe tracce di Agnese dolce Agnese (Fame, Veleno all'autogrill, Dottor Jeckill and Mister Hyde, Fuoco sulla collina). Ma Ivangarage non è solamente sano e sporco rock: ci sono ballate meravigliose come Guagliò guagliò e Radici nel vento, una dolce dedica a un amico deceduto in Noi non moriremo mai e I metallari, pezzo che già dal titolo ti fa presagire schitarrate a destra e a manca e che invece altro non è che una ballata che vuole smontare la figura del metallaro. In più abbiamo anche la nuova dark story Jhonny non c'entra, storia (mezza) vera di un bambino di 7 anni che uccide suo padre, e la conclusiva e ironica E mò che vuoi, con un testo che parte incazzato e diventa romantico (un modo curioso di finire un album...). Cosa si può dire in conclusione di questo Ivangarage? Un album che recupera la vena pura di Ivan, divisa tra rock sardonici e grintosi e ballate meravigliose, dove il limite stesso del rock italiano viene scavalcato, creando episodi hard rock riconducibili più al rock britannico/americano che al rock made in Italy; insomma, da qualsiasi prospettiva lo si guardi Ivangarage rimarrà un caso unico nella discografia del nostro e uno degli episodi di Ivan, insieme ai 4 album usciti tra il 77 e l'80
La gemma: Prudenza mai
Carico i commenti... con calma