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Son già passati tredici anni da quando David Foster Wallace decise di togliersi la vita a Claremont, una cittdina universitaria nella parte orientale della contea di Los Angeles in California, negli States, impiccandosi ad una trave di casa sua a soli 46 anni, suo padre dichiaro' che eran più di vent'anni che soffriva di una pesante depressione che cercava di curare sia con i farmaci che con terapie a base di elettroshock, è stato il mio ultimo scrittore americano preferito, voglio ricordarlo con queste parole tratte dal suo ultimo romanzo rimasto incompiuto e che devo ancora leggere, ovvero "Il Re Pallido", uscito tre anni dopo la sua morte nel 2011

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[...] La nostra piccolezza, la nostra insignificanza e natura mortale, mia e vostra, la cosa a cui per tutto il tempo cerchiamo di non pensare direttamente, che siamo minuscoli e alla mercé di grandi forze e che il tempo passa incessantemente e che ogni giorno abbiamo perso un altro giorno che non tornerà più e la nostra infanzia è finita e con lei l'adolescenza e il vigore della gioventù e presto anche l'età adulta, che tutto quello che vediamo intorno a noi non fa che decadere e andarsene, tutto se ne va e anche noi, anch'io, da come sono sfrecciati via questi primi quarantadue anni tra non molto me ne andrò anch'io, chi avrebbe mai immaginato che esistesse un modo più veritiero di dire "morire", "andarsene", il solo suono mi fa sentire come mi sento al crepuscolo di una domenica d'inverno [...]
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