Finlandia, che dire di questo luogo oscuro e luminoso allo stesso tempo? Nell'ambito delle sonorità estreme non voglio nemmeno fare elenchi di gruppi a dir poco leggendari che sono nati da quelle parti, sarebbe superfluo, chi bazzica queste sonorità sa già tutto quel che c'è da sapere.
Ad oggi credo di aver ascoltato quest'album almeno una decina di volte ed ogni santa volta mi chiedo come si possa considerare il Black Metal diversamente da un'autentica forma di Arte totale e totalizzante. Il fatto che cantino in lingua madre è perfetto, il fatto che alternino tempeste veloci a parti melodiche folkeggianti, così come lo sanno fare loro, è altrettanto perfetto, il fatto che sappiano gestire pezzi decisamente lunghi in modo da non avere mai cedimenti è ancora una volta perfetto, così come la voce celestiale della musa scandinava Natalie Koskinen, perfetta. Mi scuso per le ripetizioni ma questo è ciò che mi viene da dire senza pensarci troppo. I temi trattati riguardano storie legate al folklore finnico: fantasmi, apparizioni spettrali, streghe del nord, tutto condito dal fitto mistero che ricorda tanto quei primi anni 90 di questo genere tormentato, pochissime le notizie che si trovano su questo progetto, quasi nessuna recensione, come poche le copie distribuite, molte delle quali su cassetta. Il terzo dei quattro pezzi presenti in questo lavoro, "Joutomaa", ad esempio, è un bellissimo affresco di melodia, strazio e atmosfera, parte con una voce gracchiante da bardo invasato per poi incupirsi e cambiare registro ingrossandosi lentamente, la musica segue il registro vocale e si avvicina come un temporale estivo che poi sfuma lasciando di nuovo l'armonia agli elementi. Il capolavoro però, a mio avviso, è il pezzo finale "Aikaan Hautautunut", va ascoltato, non merita di essere contaminato dalla parola scritta e qui mi viene in mente la celebre massima di Frank Zappa, ossia che: "parlare di musica è come ballare di architettura", ecco, per alcune composizioni ci sta.
Concludo dicendo che la Finlandia regala sempre e da sempre un Black Metal sui generis, unico nello stile e nell'estetica, ricordo in questa sede anche i loro connazionali Sarastus, altra ottima sorpresa, così come vorrei rispolverare anche la musica tipica della Karelia, figure leggendarie come Timo Lipitsä, se vi capiterà o avrete voglia, cercate le misteriose melodie kareliane, vi si aprirà un universo parallelo fittissimo di creature oscure e luminose, soavi voci femminili e invocazioni sciamaniche. Da tempo immemore queste sonorità sono oggetto di studio per il presunto potere medianico dei cantori di quelle zone remote e, secondo chi scrive, di certo influenzano anche la contemporaneità che oggi si esprime anche con progetti come questo dei Paara. Näkemiin!

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