Quando la tecnica e il feeling con lo strumento si sposano ad una creatività d'eccezione e ad un gusto sopraffino nella stesura delle canzoni, il matrimonio può essere dei più piacevoli. Ed il risultato è assicurato quando le atmosfere proprie della fusion vengono delicatamente avvolte da un profumo di legno stagionato.

Il legno è quello delle chitarre di tre musicisti d'eccezione, e dal loro incontro (il secondo in studio, dopo il lontano "Passion grace and fire") viene fuori questo cd, datato 1996, per chitarre acustiche e classiche. Alla formazione jazzistica di Mc Laughlin e Al di Meola si unisce il talento di Paco de Lucia, proveniente dal flamenco (uno dei rinnovatori del genere). Nove brani, nove "idilli" in cui i nostri tre chitarristi danzano sulle corde a volte con delicatezza, altre volte con un'elegante violenza.

Ci si lascia trasportare dalla sottile malinconia di "Manha de Carnaval", il cui incedere ricorda a tratti la "summertime" di Gershwin. Oppure la scala a chiocciola di "Midsummer night", frizzante intreccio con cambi di tempo, passaggi infuocati e una coesione tra i tre da paura.
Diverse sono le metamorfosi musicali, da "espiritu", con una folkloristica selva di percussioni che accompagnano le brillantissime armonie jazz-pop, fino ad "Azzura", immersa in un ruscello di soffici arpeggi (a volte sembra quasi di sentire un'arpa) che irrompono poi in un fraseggio possente, dallo stile quasi barocco.

Il suono delle chitarre è dei migliori, l'improvvisazione solistica che accompagna ogni pezzo è degna dei nomi impressi nella copertina dell'album. Ora basta chiudere gli occhi e scoprire in ogni attimo le mille e uno sfumature che circondano ogni vibrazione delle corde e il battito del legno.

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