Panasonic non è una marca di telefonia e di altre diavolerie tecnologiche. Non solo.
Panasonic è un gruppo (inizialmente un trio e di seguito un duo) finlandese, costretto nel '99 a cambiare il proprio nome in Pan Sonic. "Kulma" è il disco che mi è stato più volte consigliato: il loro secondo lavoro che quest'anno compie proprio dieci anni.
"Kulma" è soprattutto un disco estraneo, diverso, quasi ostile in certi tratti nei confronti dell'ascoltatore (forse in questo caso è più giusto parlare di fruitore). Dedito alla sperimentazione elettronica più cerebrale e complessa, concettuale e tesa a sconvolgere anche fisicamente.
Mika Vainio e Ilpo Vaisanen si dedicano alla musica ispirati da gruppi industrial/electro come Kraftwerk, Einsturzende Neubauten, Clock DVA e contemporaneamente attratti da certi compositori profetici come Pierre Henry o Luigi Russolo; inoltre sono tra i primi ad organizzare rave, anche illegali, in Finlandia e questa esperienza segnerà assai la loro ricerca sonora avvicinandoli ai ritmi geometrici e spaziali del verbo detroitiano. Quelle masse di persone in estasi davanti ai loro occhi li hanno spinti ad interrogarsi su quali altri effetti potesse avere l'esposizione a frequenze estreme e a dare vita ad una sperimentazione sonica alquanto radicale. Utilizzando strumenti prevalentemente analogici e di loro invenzione hanno dato vita ad un sound capace di spiazzare chiunque... Fruscii aguzzi come chiodi, battiti sincopati ed inumani, riverberi acidi, distorsioni artificiali, pulsazioni urticanti, modulazioni indecifrabili e soprattutto l'assenza (quasi) totale di melodia sono gli ingredienti di questo universo a parte.
"Kulma" è un disco che va fruito nella sua interezza per quanto non sia un'esperienza facile, allo stesso tempo Kulma è un disco che si fa apprezzare per i dettagli: le sfuriate ritmiche nel finale di Vapina, quel suono in reverse terribilmente affascinante eppure disturbante all'inizio di Puhdistus, l'andamento gommoso (quasi dub) che regna in Jackso, quel suono spettrale in sottofondo a Hahmo, i paesaggi spettrali che caratterizzano -25 (pare proprio di trovarsi in un deserto ghiacciato a quella temperatura), i ritmi spezzati e mal sintonizzati che fanno di Rutina una jungle ambientale e meccanica.
Prestate attenzione all'alienatissima suite techno-noise che chiude l'album e vi farete un'idea del perché giri voce che la musica dei Panasonic possa addirittura provocare reazioni fisiologiche (oltreché un po' di inquietudine e stupore) sugli esseri viventi (si parla di mal di gola, nausea o emicrania sull'uomo fino alla presunta morte di una mucca che pascolava non lontano dal luogo dove si teneva una loro performance).
"Kulma" è un disco ostico soprattutto perché non gliene frega un cazzo di piacere.
È un pugno nella bocca dello stomaco: una volta che l'hai ascoltato non puoi dimenticarlo (anche se probabilmente vorresti)...
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