Da un pò di tempo a questa parte c'e stata una vera e propria riscoperta del Progressive Italiano da parte degli appassionati, grazie anche al lavoro di alcune etichette indipendenti e specializzate che, recentemente, hanno prodotto e offerto dischi  di sicuro interesse. Una delle etichette più note del settore è sicuramente la Milanese BTF che, oltre a ristampare classici del panorama Progressivo Italiano, spesso e volentieri tira fuori band emergenti  assolutamente valide.

Tra i tanti gruppi della scuderia Lombarda ci sono i Torinesi Pandora, una band con all'attivo due dischi pubblicati tra il 2008 e il 2011 (rispettivamente "Dramma Di Un Poeta Ubriaco" e "Sempre E Ovunque Oltre Il Sogno"), apprezzati molto persino all'estero (Giappone sopratutto).

L'oggetto della recensione è il debutto del 2008, un disco che in qualche modo cerca un punto d'incontro tra vecchio e nuovo, tra P.F.M , Emerson Lake & Palmer, e Dream Theater,  tra musicisti giovani ed ambiziosi ( il batterista Claudio Colombo e il chitarrista Christian Dimasi) ,e musicisti di vecchia data ( i due tastieristi Giuseppe Colombo e Corrado Grappeggia), tentando di riconciliare due anime diverse del Progressive (quello classico con quello più Heavy e moderno), in uno stile forse un tantino troppo autocelebrativo e  pieno di compiacimento, nel quale tuttavia convive più di uno spunto degno di nota.

La traccia di apertura, " Il Giudizio Universale", sembra sintetizzare al meglio quasi tutto quello a cui andremo in contro ascoltando questo disco , presentando arrangiamenti tastieristici che si rifanno a certe fughe d'Organo e Moog tipiche alla Keith Emerson, e repentini cambi di tempo (ora più Jazzati,ora più Heavy Metal), con il doppio pedale della batteria spesso in primo piano.

Totalmente autocelebrativa risulta essere invece la seguente " March To Hell", un pezzo interamente strumentale basato sui duelli tra Tastiera, Organo e Moog, mentre "Così Come Sei" presenta un sound che almeno inizialmente ricorda molto certe atmosfere alla P.F.M, o Banco Del Mutuo Soccorso, attraverso arpeggi di chitarra acustica e melodie di mediterranea memoria. Purtroppo a fargli da contraltare ci sono una voce non all'altezza, e massiccie dosi di cambi ritmici a sfondo chitarristico, con riff molto Heavy Metal e assoli in stile Neoclassico che si dilungano un pò troppo, facendo perdere al pezzo gran parte dell'emotività iniziale. 

Cambi di tempo a profusione, e atmosfere Barocche, anche nella successiva " Pandora", dove gli intrecci strumentali tra chitarra e tastiera risultano questa volta meno tediosi che in precedenza, riuscendo per altro a costruire una  buona  atmosfera di fondo, mentre dal canto suo anche " Breve Storia Di San George" riesce a ricreare una certa magia, attraverso arpeggi acustici di matrice Folk sorretti da dei delicati fraseggi di tastiera, dove purtroppo la voce non riesce ad inserirsi come dovrebbe.

Le ultime due canzoni sono, manco a dirlo, molto strutturate ed articolate, con soluzioni strumentali e ritmiche di varia natura che se da una parte destano un certo interesse, dall'altra comunicano a volte un certo distacco emotivo, causato anche  da una prova vocale per nulla convincente.

"Dramma Di Un Poeta Ubriaco" è un pezzo di classico Prog Sinfonico, dove le parti di pianoforte riescono a creare delle buone melodie che, tuttavia, a lungo andare stufano e stancano l'ascoltatore, difetto che è presente solo in parte, invece, nell'ultima canzone del disco, ovvero "Salto Nel Buio".

In questo pezzo il gruppo riesce infatti a mischiare con discreta naturalezza atmosfere Barocche e e Classiche, interrotte a intervalli regolari da ritmiche di chitarra riconducibili a certe atmosfere Heavy Metal e Jazz, anche se pure in questo caso  da parte loro è riscontrabile una certa supponenza a livello tecnico, cosa che li porta spesso ad esasperare certe trovate strumentali (soprattutto per quanto riguarda le tastiere).

La cosa che di questo disco balza, quindi, subito all'orecchio, è purtroppo un ostinata ricerca del tecnicismo fine a se stesso, con parti di tastiera a volte eccessivamente pacchiane, e riff ed assoli di chitarra che cercano di imitare i tecnicismi tipici di John Petrucci, comunicando per altro una certa freddezza a livello strumentale. Un disco con molti alti e bassi quindi, consigliato solamente a chi apprezza il tecnicismo esasperato.

 

TRACKLIST:

1)Il Giudizio Universale (7.37)

2)March To Hell (5.59)

3)Così Come Sei (8.21)

4)Pandora ( 11.13)

5)Breve Storia Di San George(6.39)

6)Dramma Di Un Poeta Ubriaco (9.05)

7) Salto Nel Buio (13.15) 

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