E'da un po'di tempo che latito da questo sito, ma ciò non significa che non abbia buttato l'occhio, di tanto in tanto. E, onestamente, devo dire che qui (senza offesa), a furia di presentare lavori commerciali od operette di nicchia per intenditori, che però lasciano il tempo che trovano, si sta un po'scadendo. Dunque, allo scopo di muovere un po'le acque e di donare un tocco di sapore, me ne torno con un capolavoro storico che finora (invero incredibilmente) nessuno si è cagato: si tratta di "Dawn Of Dreams" dei mitici Pan.Thy.Monium, splendida creazione spacca-limiti della Mente nota come Dan Swanö (che qui si occupa del basso, delle tastiere e degli effetti sonori).

Molti catalogano questo disco come "Progressive Death Metal", ma in realtà è qualcosa di più, soprattutto tenendo conto che è uscito nel 1992. Abbiamo per le mani un'opera che rientra di diritto nell'Avantgarde, movimento neonato ("Into The Pandemonium" dei Celtic Frost fu pubblicato cinque anni prima) a cui questo gruppo svedese darà un contributo notevolissimo e seminale, anche perché la grande scena norvegese inizierà a sbocciare solo tra qualche anno. 

Si capisce che siamo di fronte a un (capo)lavoro bizzarro e surreale, un'opera che, come il titolo sta ad indicare, vuole rendere nel modo più compiuto possibile l'idea del luogo (o forse non-luogo) da cui tutti i sogni traggono origine. Forse i Pan.Thy.Monium ritengono sia una sorta di iperuranio, o comunque una zona sovraceleste; ciò che è certo è che la copertina spiega molto bene l'essenza di questo disco. Che è, in qualche modo, anche un anti-disco: mancano i testi, le tracce non hanno titoli, la struttura classica della canzone viene stravolta in ogni modo. 

Il brano più rappresentativo è senza dubbio il primo: una lunghissima canzone di quasi ventidue minuti, che si snoda tra ticchettii e un sax fluttuante (in apertura e in conclusione), tra riff talvolta hard rock (influenza swaniana) che cedono il posto al growl cavernoso di Derelict (ossia Roberth Karlsson, cantante pure degli Scar Symmetry), tra sfuriate quasi free-jazz e cinguettii di uccellini. Ma mica finisce qui. Provate ad ascoltarvi l'"Untitled 2", dove a un certo punto vi ritroverete sperduti tra i fiori di pesco. O il numero tre, dove il suddetto sax di Dag Swanö (fratello di Dan) e un flauto danzano sinuosi su chitarroni Death: sarà come se una gnocca incredibile vi prendesse a calci il pene! Notevole è anche l'incipit della sesta traccia, dove il sax ricorda l'oca stramazzante che vostro zio finiva a fucilate, prima che si giunga, col pezzo finale, alla pura cacofonia (d'altronde, mancava solo quella).

La carriera dei Pan.Thy.Monium è stata tanto breve (si scioglieranno nel 1996, dopo soli sei anni e tre full-length) quanto essenziale. Di fatto, dopo i Ghiaccioli celtici e prima che gruppi come Arcturus e Ved Buens Ende pubblicassero i loro capolavori, l'Avantgarde metal si mantenne in salute grazie a loro e ai cugini d'oltreoceano Mr.Bungle. Questo primo album rappresenta pertanto un disco di importanza storica e un must per tutti gli amanti della buona musica. Più che consigliato.

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