Gli anni che vanno dal 1997 al 2000 sono uno dei miei periodi storici preferiti. Sarà perchè li associo all'epoca d'oro della mia infanzia, ma adoro riprendere in mano i prodotti pop del tempo (siano essi film, videoclip, singoli da Top10, videogiochi) e respirarne l'atmosfera spensierata, e farmi contagiare dall'entusiasmo della società che si incammina ottimista verso il Nuovo Millennio, verso il Futuro, e scaldarmici il cuore. Tutto ciò indipendentemente dall'effettiva (scarsa) qualità artistica, sia chiaro: tali prodotti vanno presi come testimonianze di un tempo bellissimo in cui potevamo ancora permetterci il lusso di essere cretini, prima che arrivassero l'undici settembre, la crisi e il cinismo ironico postmoderno di internet a magnarsi tutto.

Spinto quindi un po' dalla nostalgia, un po' dalla curiosità di veder se è vero che Ready Player One gli ha copiato completamente la trama (spoiler: è molto vero), l'altra sera mi sono riavvicinato a Tutti gli Uomini del Deficiente, cultissimo pastrocchio del '99 ideato della Gialappa's Band e affidato all'invidiabile regia di Paolo Costella, già responsabile di altri cultissimi tipo Bellifreschi e Ricky e Barabba. Visto la prima e ultima volta nel 2002, in seconda media, già in quei tempi non sospetti la mia recensione fu Ma che cazzata. Perciò oggi, animato dallo stesso spirito con cui si guardano le vecchie vhs per rivedere quelle stesse pubblicità che in vent'anni sono state promosse da "fastidio da eliminare" a "preziosissime reliquie", mi accingo a nobilitare questo pastrocchio.

Tralasciando la trama, che scusate se insisto ma è DAVVERO quella del kolossal spielberghiano e mi stupisce come nessuno degli sceneggiatori abbia ancora mandato gli avvocati da Cline che ha scritto il romanzo, tralasciando la trama insomma Tutti gli Uomini del Deficiente è, nelle intenzioni, lo showcase sborone del cast di Mai Dire Gol nel suo periodo di massima gloria. Nelle intensioni, perlomeno. Perchè, nonostante sia insolitamente ben gestito per essere un film corale diretto dal regista di Dio Vede e Provvede (i personaggi sono quindicimila e hanno tutti più o meno il giusto spazio), quest'opera sarà sempre ricordata come uno dei più grossi sprechi di talento nella storia della commedia italiana.

Inutile girarci intorno, il film è esattamente come ve lo ricordate: fa schifo. E' pregno di scene ridicole, situazioni da imbarazzo empatico, attori per la maggior parte cani/gne e pure quelli bravini sono comunque svogliati e diretti col culo, la sceneggiatura è un trionfo di stronzate colossali, e per pietà tacciamo sull'orrendo videogioco fittizio al centro della vicenda, palesemente realizzato da chi un videogioco vero non l'aveva mai visto di striscio neanche ai tempi di Pacman.

Però, però...però rivedersi Tutti gli Uomini del Deficiente oggi è un giro mica da poco sull'ottovolante dei ricordi. C'è Mentana quando non sospettava minimamente del suo futuro da Re dei Meme che dal suo trono regna su Facebook blastando gli webeti, e si limitava ad essere il volto del TG5. C'è AldoGiovanni&Giacomo quando ancora riuscivano a far ridere senza neanche pronunciare una parola di senso compiuto in tutto il film. C'è Claudia Gerini che madonna mia, la Gerini, che gli vuoi dire alla Gerini, era talmente Superiore che hanno dovuto affiancarle la Littizzetto conciata da punkabbestia per sminuirla un poco e ne esce comunque pulita. C'è Fabio de Luigi pre-Love Bugs e pre-sfilza infinita di commediole atroci che in quel tempo aveva stesa su di sè la mano del Dio dei Comici. C'è la Massironi che era un cuoricino ambulante e volevi solo abbracciarla fortissimo. C'è la colonna sonora degli Elii, da uno dei loro album più simpatici e meno cagati. Poi vabbè, c'è anche Arnoldo Foà al suo peggio, e Crozza che fa un personaggio talmente insostenibile da fare il giro, diventare simpatico, rifare il giro e restare insostenibile; c'è la coerenza di Paolo Hendel, che oggi come allora ogni volta che appare vorresti tirargli un badile in faccia; e c'è infine la Gialappa's, che come sempre è invadente, inappropriata e pur circondandosi di comici non riesce a far ridere manco se ne andasse del destino del mondo. Tutti gli Uomini del Deficiente è questo, una vecchia foto di gruppo delle medie: guarda questo com'era, guarda quello com'è diventato, va' questo che me ne ero dimenticato. Perfetto, nella sua imbecille bassezza, per rievocare periodi più semplici, in cui un disastro del genere poteva scorrere liscio senza far finire i responsabili alla gogna mediatica e all'inferno dello sbertucciamento internettiano.

Il voto? Il voto non c'è, perchè dovrebbe essere 1 o 5, e non mi sento di dargli nessuno dei due. Neanche facendo la media del 3, perchè 3 si dà alle opere mediocri, e di Tutti gli Uomini del Deficiente tutto si può dire ma non che sia mediocre. E' un film, nel bene e nel male, stracolmo di scene e situazioni memorabili, ciascuna delle quali basterebbe a far ricordare un qualunque altro film ("Quale? Ah sì, il film con la partita di basket fra neri ed ebrei", "Sìsì ho capito, parli del film col prete sotto acidi" eccetera). Naturalmente se ciò sia un fattore positivo o negativo sta a voi deciderlo; personalmente, ho sempre avuto un debole per le opere che fra l'anonimato e LO SBAGLIO ENORME scelgono il secondo. Se non altro, a distanza di vent'anni, si riguardano più volentieri.

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