C'è una pulsazione, un fil rouge che scorre lungo tutta la colonna vertebrale di quest'opera; torna periodicamente a pulsare perchè si percepisca sempre la vibrazione, la vitalità, la sua esuberanza. È una composizione molto lunga, di 68 minuti suddivisi in quattro movimenti, ciascuno dei quali, a sua volta ri-suddiviso in brevi o lunghi episodi. Detto così parrebbe opera frammentaria, in realtà ne è l'esatto opposto. Dopo un periodo di relativo appannamento del "group", ("Imaginary Day" è del 97 ed è album penalizzato da desideri di modernismo malriusciti) colonne sonore per film mai visti in Italia e le consuete e molteplici collaborazioni extra group, il chitarrista del Missouri dopo la già stimolante prova di "Speaking Of Now" del 2002, firma sicuramente uno dei capolavori della sua pluridecennale attività.
È un modo fresco, nuovo, stimolante e sottile per dire la propria in materia di nuove direzioni del jazz contemporaneo e delle contaminazioni di cui è pervaso. Il cambio di alcuni musicisti in seno al gruppo poi ha enormemente giovato ad uno svecchiamento del suono che si era reso necessario. La tromba del cesellatore Cuong Vu e la batteria di Antonio Sanchez non lasciano dubbi. E poi c'è lo "zoccolo duro" del gruppo; Steve Rodby più solido che mai, con grande senso dell'orchestrazione e l'insostituibile gusto di Lyle Mays, questa volta con meno synths e più pianoforti. Gregoire Maret, all'armonica è una delle solite "scoperte" Methenyane. Ne sentiremo parlare, spero. "The Way Up" è opera che illumina ancora dall'alto della sua radiosa tendenza alla tensione positiva e liberatoria; Nell'opera sono racchiuse piccole gemme con grandi intuizioni. Metheny riesce ancora una volta ad affascinare e addirittura ad ipnotizzare con i suoi già noti "giri" armonici; le progressioni ritmico-armoniche rivelano un approccio alla materia che sul finire dei '90 risultava o inesistente o dispersivo. Per un attimo, forse, Pat Metheny ha ritrovato una promettente strada maestra o "superiore" contro ( come ha dichiarato) la stupidità e l'eccessiva leggerezza delle cose. Go on Pat.
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