Patrick Forgas... e chi era costui? Questo carneade della musica è abbastanza conosciuto tra gli appassionati della musica progressiva per un soprannome che gli è stato affibbiato: Robert Wyatt francese. Addirittura, qualche ardito potrebbe dire? Addirittura. A questo punto, allo scopo di rispettare la saggezza popolare urge una terza domanda: tale apprezzamento è così giustificato?

Soffermiamoci sull'opera dell'artista in questione "Cocktail" esce nel 1977, fuori tempo massimo per il progressive in quasi tutto il mondo meno che in Francia dove saranno in tanti a sceglierlo come riferimento in quegli anni arrivando a incidere lavori di valore assoluto ("Eros" dei Dun, a mio parere una delle gemme del progressive europeo, è del 1981!). Forgas è molto giovane, ha poco più di 20 anni, ed è affascinato dal Canterbury di oltremanica e in particolare dall'ex-leader dei Matching Mole. Ha girovagato numerose band dell'epoca senza riuscire ad avere una grande occasione, è un polistrumentista anche se predilige la batteria come il suo idolo. Nel momento in cui ottiene la possibilità che sperava si mette di buona leva e comincia ad scrivere, cantare ed incidere il disco lavorando su numerosi strumenti con l'ausilio di altri giovani musicisti.

Il risultato è discreto, sicuramente apprezzabile, però offre qualche perplessità frutto dell'inesperienza che lo accompagna. Insomma, i classici errori di gioventù. Un primo lato con qualche spunto così perso nell'eccessiva sintesi dei pezzi (sono 9 di cui ben 6 non superano i 2 minuti, momenti quasi estemporanei senza particolare valenza), segnalo in positivo "Monks" e "Orgueil". La seconda facciata, invece, presenta il meglio del disco e si compone di una suite intitolata "My Trip" che si compone di ben 7 momenti; ascoltandolo si può evidenziare un legame fortissimo con i dischi solisti di Wyatt, nella voce e nell'uso delle percussioni, e tutta una serie di elementi di contorno dove guizzano sassofoni, fiati e discreti momenti tastieristici.

In conclusione cosa resta? Un disco interessante, frutto di una voglia di emergere forte, la stessa che sembra aver giocato un brutto tiro ad un artista che ha avuto tempo per dimostrare chi fosse permettendogli di guadagnare il giusto rispetto e premio a delle qualità che sono difficili da confutare.

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