Ridendo e scherzando i Pattern-Seeking Animals sono già arrivati al quinto album. Nati da nomi legati al marchio Spock’s Beard sembravano nati come progetto meramente melodico, neanche troppo prog a dire il vero, ma in realtà hanno mostrato subito una creatività pazzesca, tanto che l’etichetta di band di prog melodico è andata subito stretta.
Cosa ci si aspetta da questo lavoro numero 5? Beh, all’incirca le stesse cose, che poi stesse cose non sono, perché l’abilità del quartetto di ricombinare gli elementi e mescolare le carte in tavola è sempre tangibile; più che stesse cose direi stessa attitudine, nel senso che i Pattern-Seeking Animals continuano a non suonare come una band propriamente ordinaria e non mancano di sorprenderci con le loro soluzioni mai prevedibili. Sempre geniali nel modellare e incastrare i riff di chitarra, basso e tastiere, sempre bravissimi a farli suonare freschi e peculiari, sempre bravi a non cadere mai nel già sentito, nemmeno quando riaffiorano elementi più classici, perché loro sanno sempre come inserirli nel contesto, come dar loro una nuova aria. Quindi ancora una volta abbiamo a che fare con strani suoni di tastiere, mandolini che non si traducono mai nel vero folk, flauti, violini, pure ghironde, pure qualche percussione mai davvero tribale o caraibica, ma anche mellotron e organi attualizzati e contestualizzati. Chi ha apprezzato i precedenti lavori non avrà senz’altro problemi a farsi piacere quest’ultimo.
Eppure… c’è un però, e risiede nel fatto che una certa perdita di freschezza comincia un pochino a farsi sentire, ma giusto un pochino. Un senso di standardizzazione della proposta bussa alla porta anche se non così forte. I precedenti album avevano soluzioni più spiazzanti e con maggior frequenza, qui spiazzano un po’ meno, come se stessimo cominciando tutto sommato a prenderne le misure. Una frenata giusto di pochi km/h dopo una lunga tirata in corsia di sorpasso, ma sempre comunque mantenendo un’andatura assai scorrevole, una frenata tutto sommato comprensibile per una band che è al quinto album in sei anni (ruolino di marcia abbastanza anacronistico, che ricorda gli anni ‘70 e i suoi album a cadenza annuale).
Forse si potrebbe già cominciare a pensare a come ridisegnare il futuro del progetto e a come reinventare le sonorità e gli arrangiamenti per non soccombere e non cadere nel già sentito, ma forse una pausa, un maggese, potrebbe servire. Beh, intanto gli Spock’s Beard si preparano al grande ritorno dopo un lungo silenzio, c’è un album in preparazione come mostrato da Ryo Okumoto sul suo profilo social. Lo attendiamo con trepidazione, intanto godiamoci questo “Friend of All Creatures” che si inserisce tranquillamente fra le grandi uscite del 2025.
Elenco e tracce
Carico i commenti... con calma