I più attenti di voi alle vicende discografiche mondiali ricorderanno sicuramente il curioso caso “Chinese Democracy”, album dei Guns N’ Roses, considerato il più atteso della storia del rock. Messo in produzione a fine anni ’90, vide la luce dopo una serie infinita di rinvii, cambi di formazione della band, anticipazioni live e voci di corridoio; il tutto contribuì a renderlo un oggetto di culto che però si sgonfiò rapidamente subito dopo l’uscita, visto e considerato che si rivelò un buon dischetto di rock pomposo e poco più.

Ecco. “Spooky Action”, primo disco solista dell’ex frontman dei Mansun Paul Draper, è stato un po’ il “Chinese Democracy” dell’indie rock britannico. Ma andiamo con ordine. Durante le registrazioni del quarto album dei Mansun (poi annullato e successivamente pullicato nel box set “Kleptomania”) a Draper viene diagnosticato un tumore maligno. Dopo un ciclo di chemioterapia portato con successo a termine, Draper ha ri-iniziato pian piano a riaffacciarsi nel mondo della musica, prima collaborando con l’ex frontwoman degli Skunk Anansie Skin alla stesura di alcuni pezzi del suo secondo album da solista “Fake Chemical State” (compreso il bellissimo singolo “Just Let The Sun”), poi partecipando qua e là ad altri progetti singoli.

Nel 2013, finalmente, annuncia di essere a lavoro su di un disco solista, intitolato “Spooky Action At A Distance”, ma di volerlo pubblicare solo in caso di particolare interesse. Una petizione firmata dai fans lo convince definitivamente e, dopo aver prodotto e co-firmato il disco d’esordio della cantautrice The Anchoress, finalmente l’album (con titolo abbreviato in “Spooky Action”), vede la luce dopo la pubblicazione di due ottimi EP.

Cinque degli undici pezzi totali includono di nuovo la partecipazione di The Anchoress, che partecipa sovente anche ai cori: tra questi, da segnalare l’ambiziosissima opener “Don’t Poke The Bear” (estratta come prima traccia promozionale), pezzo di quasi sette minuti colmo di fascinazioni prog e passeggiate vocali notevoli di Draper (davvero cresciuto vocalmente rispetto ai tempi della band madre). Più o meno sulla stessa falsariga “Friends Make The Worst Enemies”, qui presente in versione estesa rispetto a quella pubblicata precendentemente nell’EP.

Non mancano brani che seguono un andamento più canonico, come l’attesa “Grey House” (anticipata da alcuni frammenti che circolano da anni in rete), col suo inizio quasi U2 ed il progressivo arricchimento dell’arrangiamento man mano che il pezzo va avanti. “Feeling My Heart Run Slow” aumenta i bpm sfruttando l’andamento balzellante del sintetizzatore, la splendida “Jealousy Is A Powerful Emotion” (una delle cose migliore del disco) brilla per epicità e ricchezza della proposta sonora offerta.

Non manca persino un brano co-firmato dal chitarrista dei Mansun, Dominic Chad; non si tratta certo di un riavvicinamento, ma di un pezzo scritto ai tempi della band madre, “Feel Like I Wanna Stay”, frizzante britrock che rimanda ai troppo presto dimenticati Dodgy.

Altrove, Draper non disdegna un bagno nella radiofonicità di classe: “Things People Want”, non a caso scelta come primo singolo ufficiale, in mano ad un nome più altisonante sarebbe una sicura hit, mentre “Who’s Wearing The Trousers” e “Can’t Get Fairer Than That” puntano più sul groove e meno sull’immediatezza, così come “You Don't Really Know Someone, Til You Fall Out With Them” ci riporta ad una elevata complessità nell’arrangiamento.

Grande disco, questo “Spooky Action”, una grande ripartenza che speriamo porti Paul Draper a recuperare il tempo ingiustamente perduto

Miglior brano: “Don’t Poke The Bear”

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