Purtroppo i singoli di lancio "Come on to Me" e "I Don't Know", non hanno avuto una piena conferma qualitativa nel resto del disco. Mi duole affermarlo ma il livello è ben sotto quello di "New" del 2013 di questo "Egypt Station". La qualità dei suoni c'è tutta ma il mestiere è dominante, non c'è l'art pop ricercato, e nel caso di "Memory Almost Full" un poco nostalgico dei '70s, che aveva distinto i due lavori precedenti ma piuttosto si può riscontrare un ammosciamento generale in stile "Driving Rain" del 2001, un disco troppo pieno di canzoni e poco curato nell'insieme che non riusciva a far emergere i brani di punta che erano presenti. Questo "Egypt Station" è figlio dei tempi contemporanei, un insieme di canzoni il cui ascolto è racchiuso nel tempo di due stazioni ferroviarie, i due brevi pezzi per coro che aprono e chiudono il disco (le cose migliori insieme all'omaggio alla musica spirituale di George Harrison di "Do it Know"). Non è un concept album, è un lavoro fluido e massivo che si lascia ascoltare senza problemi ma dopo cinque anni di silenzio ci si doveva aspettare di più dell'ammiccante "Fuh You" in cui Paul maschera il verbo "to fuck" per non essere censurato. Una birichinata lontana parente della ben più interessante "Hi, Hi, Hi" dei Wings. L'eclettismo di McCartney è noto ma non può essere un valore aggiunto, siamo lontani dai tempi dei Wings in cui la forma canzone era studiata e minuziosamente asservita al piacere dell'ascolto, in questo disco si riscontrano canzoni che paiono più jam session ("Caeser Rock") o imbarazzanti esercizi stilistici (la samba di "Back to Brazil") mentre le due suite finali ("Despite Repeated Warnings" e "Hunt You Down/Naked/C-Link") sono lavoro ordinario per Paul e storicamente è uno stratagemma a cui ricorre quando deve legare pezzi di canzoni che non riesce a valorizzare singolarmente. La palma di brano più brutto, e uno dei peggiori pezzi di Macca dal 1958 a oggi, può essere assegnata a "People Want Peace", mentre "Confidante" e "Hand in Hand" sono tra le cose migliori del disco con il pezzo in stile ZZ-Top "Who Cares".

Alla fine rimane il bel assolo blues che caratterizza "C-Link", e la considerazione finale è che Paul ha bisogno per fare un disco interessante o di lavorare completamente solo o di avvalersi di ottimi collaboratori, non necessariamente di grido come lo sono stati i componenti dei Wings; la sua touring band appare ormai spompata e forse sarebbe ora (vista anche l'età) di tentare qualcosa di nuovo con fonti creative di diverso spessore rispetto ai produttori Greg Kurstin e Ryan Tedder buoni per il bubble rock e il bubble pop scialbo e incolore di oggi.

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