L'oscurità è raggelante. Non lo è certo perché spiriti e fantasmi ci aspettano lì nell'ombra, pronti a rendere concreto ogni nostro timore puerile; quando ci tiravamo le coperte in testa lo facevamo perché temevamo di vedere qualcosa muoversi nel buio della nostra cameretta.
Ora invece molti di noi sarebbero felici di rompere l'angoscia della veglia incontrando una di quelle creature che terrorizzano i bambini. Metto nel giradischi "Kerker" (Sotterranei), uno dei tanti demo di Paysage d'Hiver, one man band sconosciuta di un membro dei Dark Space, anche loro pressoché sconosciuti.
Una canzone, 35 minuti. Da grande capisci che ciò che fa davvero paura della notte non sono certo i fantasmi, bensì il silenzio; silenzio che permette ogni piccola riflessione notturna - pensieri tristi, pensieri devianti. Silenzio che la mente riempie disperatamente in ogni modo, immaginandosi avventure, storie intriganti, elaborando ricordi della giornata appena trascorsa. Di notte si concretizza quel sonno della ragione tanto citato da studiosi e filosofi quanto poco sperimentato: è una cosa che ognuno dovrebbe provare. Sentire come i pensieri fluiscano nel nulla, ammassandosi, accavallandosi, rimanendo irrisolti, tormentando.
Nell'attesa di provare questo "delirio notturno" potete sempre mettere sul giradischi Kerker, e calarvi dentro la sua realtà. Certamente l'ascolto è particolarmente difficile: ogni giudizio oggettivo è da sospendersi in mancanza di solidi appigli, di valide motivazioni per stroncare o elogiare quello che si sta ascoltando. Personalmente invito chi si sia ritrovato almeno un po' nelle righe precedenti a fare propria l'esperienza in questione; non è un disco che si ascolterà più di tre/quattro volte all'anno, ma ognuna di queste sarà certo un momento unico.
In Kerker confluiscono almeno tre o quattro canzoni, e tutte contemporaneamente, allo stesso modo dei pensieri di cui si parlava prima; una traccia di lamenti, in lontananza, rimane costante in buona parte del disco, quasi impercettibile e abbandonata a se stessa; una seconda pista più "musicale" rimane in buona evidenza durante la prima metà: si tratta di un brano che risuona da qualche parte nella memoria individuale, sempre sovrastato da altri rumori. Un pezzo difficilmente inquadrabile, veloce, che potrebbe essere benissimo Black metal, con il suo martellare della batteria. Poi effetti, più o meno naturali, più o meno reali, che rendono arduo l'ascolto ma contribuiscono a definire l'esistenza di questi "sotterranei" (Kerker).
Sopra tutte queste tracce la Nebbia più spessa ricopre ogni cosa di vanità: questo effetto è creato probabilmente da tastiere che riproducono costantemente vibrazioni tenebrose, simili a quelle presenti allo scontrarsi delle nubi. Dopo un momento più disteso, che occupa la parte centrale, il disco si chiude con un momento speculare al primo: solamente le vibrazioni si fanno meno forti, lasciando spazio al rullare di una doppia cassa in sottofondo, supportata da altre tastiere. Difficile rendere giustizia ad un lavoro così viscerale come Kerker senza ascoltarlo; e soprattutto difficile apprezzarlo: Nortt, Abruptum, il funeral doom sono un'altra cosa, universi splendenti in cui vi è posto per la melodia, per gli strumenti musicali, per la voce: i riferimenti qui sono tutti alla musica Dark Ambient, ma quella partorita dalle band più cupe. Ricorda certi momenti presenti nei dischi di Burzum: ma qui alla musica non è affidata un introduzione, o un intermezzo, bensì costituisce l'intera opera.
Paysage D'Hiver è una di quelle realtà sotterranee che stanno infiammando (o raggelando) l'underground europeo (così come Vinterriket) trovando paragoni nel mondo (Elysian Blaze in Australia, Velvet Cacoon in America); musica vera, magari non sempre bella, ma certamente più sentita e sincera della maggior parte del black metal contemporaneo d'alta classifica .
Questo Kerker è uno dei capitoli più interessanti della band, che in pochi anni ha già prodotto un numero ragguardevole di demo; in particolare "Paysage D'Hiver" e "Shattegang" hanno contribuito a modo loro risollevare la situazione della musica estrema del dopo 2000.
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