Ormai sono anni che questo disco colma con le sue note il mio spazio vitale... Ormai sono anni che No Code è nei negozi... Eppure mi stupisco nel vedere che qui manca una recensione ad un album che ritengo una continua sorpresa...

No Code è un album di transizione, un album che si stacca dalla trilogia viscerale e potente fatta da Ten-VS-Vitalogy e ci accompagna con morbide sonorità alla successiva trilogia Yield-Binaural-RiotAct... Chiaramente, per chi non lo sapesse, si Parla di Pearl Jam... una band che non ha paura di staccarsi dal proprio passato e depone in questo disco ogni pensiero. Reale e maturo.
Le liriche sono molto più lineari rispetto ai precedenti lavori ma, al tempo stesso, non manca la tendenza ermetica che ha sempre caratterizzato i versi di Vedder... I testi sono pieni di spunti, riflessioni, dichiarazioni, narrazioni... denunce...

Musicalmente invece, ci sono chitarre che creano giri armonichi incantevoli (Presente Tense su tutte), ci sono chitarre distorte che graffiano e spingono fuori le parole rabbiose di Vedder (lukin) ci sono chitarre acustiche che raccontano storie (Off He Goes) ci sono fraseggi ironicamente "poppeggianti" firmati dalla chitarra sempreverde di Gossard... c'è tutto o quasi... quello che manca nasce inevitabilmente nella testa di chi ascolta...

No code forse fa storcere il naso ai fans più "vecchi" dei Pearl Jam... ma se si ha la forza di accogliere ogni album per quello che è... No Code guadagna di diritto il primo posto...
Da ascoltare. Con calma ed... "apertura"

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