Sono più criptici ed intriganti i singoli che gli interi album, si può dire. Nella metà dei Seventies viene alla luce la band più sensazionale e pittoresca del post punk/noise/new wave. Sono un mix di tutte queste sonorità, alcuni stilemi appunto ideati proprio da loro e quindi neanche esistenti allora. Ma la new wave e il post punk stavano già prendendo piede alla fine degli anni Settanta ed il clima che si respira è esaltante ed eccitante . Il cantante David Thomas e il chitarrista Peter Laughner sono le menti del combo di Cleveland. Nel 1975 debuttano con il 45 giri "30 Seconds Over Tokyo / Heart Of Darkness".

Non l'avessero mai fatto. Rappresentazioni nevrotiche della psiche umana erano state esplicate precedentemente da Velvet e Stooges, ma l'originalità e lo shock che si respira in questo esordio non è al pari con nulla. Una "intelligente pazzia" e una novizia malsanità incombono serene nel sound di Thomas & Co., caratterizzate da live che definirli titanici è poco. Il primo 45 giri è del tutto dissacrante, ci catapulta nella vulnerabilità della guerra, in un clima nucleare e nell'abisso più scuro della storia.

"30 Seconds Over Tokyo" inizia con le asettiche linee di chitarra e basso e la desolante cantilena di Thomas, subito spezzate dall'intro torvo della batteria e delle sonorità melmose. Tutto ciò che ha potuto creare Ranaldo o Moore deriva da qua. Da questo marziale break con i vorticosi feedback che formano quella caratteristica spirale noise. Dissonanze, segnali radio, psicosi e pause riflessive. L'incedere e il mondo che troviamo nel brano è qualcosa di raro e irripetibile. Si fatica a trovare idee così fresche ed originali, soprattutto quando un genere diventa moda e si impregna di mille band e meteore.

Il lato B "Heart Of Darkness" presenta un tribalismo sostenuto ossessivamente dalla compulsiva chitarra. La staticità del ritmo ci ipnotizza con una facilità disarmante e, così, siamo subito consapevoli della grandezza, della sacralità di questa realtà. Dopo ciò abbiamo altri singoli come la dirompente "Final Solution" del '76, insieme a "Cloud 149", oppure "Street Waves / My Dark Ages" e "Modern Dance / Heaven" che non hanno bisogno di tante parole ma di molti ascolti. Solo così si rende giustizia a questa band di cui ci si dimentica spesso, purtroppo.

Carico i commenti...  con calma