Perturbazione, terzo album, terzo gradino nella scalata alle etichette (dalla ON/OFF Records all'attuale Mescal). Molti gli occhi puntati sui sei torinesi, grande l'attesa per una nuova "Agosto". Alla produzione artistica Paolo Benvegnù, mentre qua e là compaiono amici della scena indie italiana a dare un tocco ed incoraggiare.

Prima di questo lavoro si parlava di un pop classico "sporcato" di influssi indie, diretto e contagioso.
Il percorso ci porta ad una conferma: nessuno stravolgimento marcato, un sound che si è concretizzato divenendo riconoscibile. Si ha l'impressione di tornare a casa. Dopo tanto tempo. "Un bel pezzo di vita" per citare le note del cd.
Un pezzo di vita che ha fatto maturare i nostri, li ha resi meno "ruspanti", ha compattato i suoni e levigato le canzoni. Come vento su un paesaggio, come mare che fluisce sugli scogli. Come la voce sussurrata di Cerasuolo, che monocorde, mai sopra le righe, riesce a convincere e ad avvincere, ad accompagnare per mano quasi fosse l'amico ritrovato "dieci anni dopo". Quello che ti racconta il mondo che ha agito e sperperato, le strade che diventano gabbie.

Il tempo è la dimensione essenziale del cd: tempo come rimpianti, come scelte sbagliate, amori da troncare, ricordi per combattere il disfacimento.
Poco spazio a momenti leggeri: la divertente "Se Mi Scrivi" è una boa di sole in un cielo autunnale. Ma è comunque dolce farsi cullare da quelle chitarre liquide, dal violoncello di Elena Diana che scivola nei momenti intensi, a sottolineare e spingere. Canzoni da canticchiare, con ritornelli spesso da "singolo", che convincono presto anche se sanno entrare nel cuore a poco a poco, mostrando il loro valore nel resistere a ripetuti ascolti, venendoti in mente quando ti serve la colonna sonora alle tue passeggiate solitarie da trentenne, o comunque da "giovane vecchio" che deve affrontare qualcosa o se stesso.

"Agosto" forse non c'è: all'inizio tutto sembra bello ma non memorabile.
Poi intuisci un certo equilibrio, come un confine percorso senza sbandare, senza cadere nel banale.
E non resta che schiacciare ancora il tasto Play.

Elenco tracce e video

01   Dieci anni dopo (04:11)

02   Chiedo alla polvere (03:50)

03   Spalle strette (03:49)

04   Animalia (03:48)

05   Se mi scrivi (02:44)

06   Se fosse adesso (04:06)

07   Canzone allo specchio (04:39)

08   La fine di qualcosa (03:55)

09   Seconda persona (02:42)

10   A luce spenta (05:31)

11   Quattro gocce di blu (04:00)

12   Il materiale e l'immaginario (06:37)

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Altre recensioni

Di  Dexster

 Le parti strumentali sono incantevoli, leggere e riescono subito a colpire la mente e a purificare l’anima in tutti i suoi angoli bui.

 Se ciò che ci divide dalle bestie è una parola per ferire gli altri non mi dispiace affatto d’esser muto come un pesce.