CANZONI ALLO SPECCHIO, quarto lavoro per i Perturbazione, gruppo torinese che iniziò a muovere i primi passi nel lontano 1988 grazie a tanta voglia e tanto amore per la musica... anche le canzoni di questo ultimo disco sono canzoni di classe, ben suonate, ben scritte e (unica pecca) un pò meno sperimentali; le parole dei testi sembrano uscite dalla penna di un sognatore che gioca a tempo pieno a fare il poeta, le parti strumentali sono incantevoli, leggere e riescono subito a colpire la mente e a purificare l'anima in tutti i suoi angoli bui.
Se il penultimo album fu lanciato da due singoli molto particolari e straordinari come "Agosto" (stupenda) e "Il senso della vite" (più allegro ma geniale) per il lancio di questo i Perturbazione hanno scelto "Se mi scrivi" (quinta traccia del cd), brano d'amore in stile soft/rock, molto apprezzabile, orecchiabile e ben costruito, studiato appositamente per farsi conoscere al grande pubblico come già tentarono di fare con "Agosto". Ma andiamo ad analizzare le tracce una per una:
"DIECI ANNI DOPO" l'album si apre alla grande con questo pezzo leggermente nostalgico ma non depressivo, diciamo liberatorio. Canzone autobiografica in cui il protagonista (il cantante) parla di come sono stati 10 anni passati a inseguire un amore, nel pezzo non ben identificato, ma pur sempre un amore passato, quasi dimenticato ma che è riuscito a lasciare dietro di se, nonostante 10 anni, qualche rimorso per un pezzo di vita vissuta "senza te, senza te".
"CHIEDO ALLA POLVERE" canzone sul tempo che passa e che cambia certe cose, la polvere si posa sugli oggetti, si perdono i capelli ma il dilemma principale del testo è scoprire "dove vanno a finire i miei giorni", una domanda che bene o male ci siamo chiesti un pò tutti, magari formulandola in un altro modo; ottimi cori e archi.
"SPALLE STRETTE" la vita scivola via su delle spalle strette ma come dice il cantante "meglio le spalle strette, pochi ricordi si posano addosso"... testo geniale, titolo eccezionale, chitarra molto leggera fatta apposta per far chiudere gli occhi e volare lontano in culo al tempo che corre.
"ANIMALIA" quarta canzone del cd e secondo estratto come singolo...non poteva esserci scelta migliore visto che questo è uno dei pezzi più riusciti, più belli e addirittura meno scontati (non che gli altri lo siano). "Se ciò che ci divide dalle bestie è una parola per ferire gli altri non mi dispiace affatto d’esser muto come un pesce", bhe, le parole dicono tutto... meglio animale o essere umano? Bello lo stacco tra strofa e ritornello!
"SE MI SCRIVI" Un numero è una pura astrazione matematica ma ti capita mai di dare un’importanza esagerata a una sola serata o a di che segno sei" così si apre la quinta traccia del cd e il primo singolo dell'album (oltrettutto il video è bellissimo e molto simpatico); canzone dal sapore adolescenziale, l'importanza del numero di cellulare al giorno d'oggi, soggetto ironico/sentimentale. Una delle canzoni + "commerciali"... ma va bene così se è un buon commerciale.
"SE FOSSE ADESSO" Dopo "SE mi scrivi" arriva "SE fosse adesso", mhmmm, sono un pò indecisi! Comunque sia... ciò che mi colpisce di questo pezzo, oltre al testo e al meraviglioso intreccio di chitarre, atmosfere e violino, è la voce, molto dolce ma allo stesso tempo molto espressiva, così tanto che ti fa venire quasi voglia di piangere oltre che di pensare a ciò che verrà.
"CANZONE ALLO SPECCHIO" canzone che se non fosse che è scritta al singolare darebbe il titolo a questo meraviglioso album; racconta di come nella vita reale a volte tutto sembra voler andar per forza al contrario, tutto contro di te, niente torna, non ci sentiamo degni di stare con le altre persone..."c’è voluto del tempo a capire che la somma di due non è uno, non è uno come me!" Canzone carica di abbandono ma anche di rabbia tenuta dentro per troppo tempo. Le chitarrre acustiche ed elettriche fungono da ottimi "evidenziatori" di sentimenti.
"LA FINE DI QUALCOSA" classica canzone alla Luigi Tenco, comunque molto cantautoriale. Lenta ma coinvolgente.
"SECONDA PERSONA" ottima canzone d'amore, come sempre il violino la fa da padrone su una batteria jazz, il gioco di parole nel titolo va capito senza tante storie perchè è molto azzeccato, che dire, a dimostrazione che anche senza frasi banali e scontate un gruppo può scrivere canzoni d'amore ottime.
"A LUCE SPENTA" "Sono solo le tre e mezza del mattino come fare a prendere sonno non lo so mi rigiro con la faccia verso il muro ma il tuo viso da una foto mi fa ciao... lasciami dormire per un po' non ho voglia di pensare ancora a te!" pezzo assai insonne... presente quando pezzi troppo ad una ragazza o a un ragazzo che non riesci a dormire? Si?! Allora questo pezzo vi dovrebbe far commuovere al punto giusto ma niente paura... restano i ricordi e la voglia di scusarsi a vicenda! Ottima la parte cantata da Rachele Bastreghi!
"QUATTRO GOCCE DI BLU" tutto ciò che rimane al calare della sera; canzone molto toccante e introspettiva, si parla di buio, di promesse mai mentenute, lo splendore di un tempo passato... la chitarra acustica accompagna ottimamente tutto il penultimo pezzo e nel ritornello finale il batterista lavora intensamente di ride! E tutto viene fuori...
"IL MATERIALE E L'IMMAGINATO" canzone che chiude baracche e burattini, la seconda voce, molto dandy, è di Francesco Bianconi dei Baustelle, parte molto riuscita, forse meglio di quella del leader dei Perturbazione. La canzone non è una delle migliori, troppo lunga, magari il finale poteva essere più intenso ma alla fine va bene così.
L'unica critica che muovo è che da una parte mi dispiace che i PERTURBAZIONE non abbiamo mantenuto del tutto fede al loro originalissimo suono spinto alla grande nell'album precedente, "IN CIRCOLO", e che abbiamo deciso di puntare verso una musica più pseudo pop cantautoriale ma in fin dei conti l'album è ben riuscito (forse un pò troppo uguale visto che la tematica del tempo che passa viene messa in gioco spesso) ed è questo ciò che conta.
Elenco tracce e video
Carico i commenti... con calma
Altre recensioni
Di parziale
Un bel pezzo di vita che ha fatto maturare i nostri, li ha resi meno 'ruspanti', ha compattato i suoni e levigato le canzoni.
La voce sussurrata di Cerasuolo, che monocorde, mai sopra le righe, riesce a convincere e ad avvincere, ad accompagnare per mano quasi fosse l’amico ritrovato 'dieci anni dopo'.