Dopo quasi venti anni di nobilissima carriera, Peter Hammill dà alle stampe "And Close as This". L'anno di pubblicazione è il 1986. Tale album è l'opposto di "Over", datato 1977, considerato da molti uno dei suoi vertici creativi. Infatti, entrambi gli album hanno come colonna portante l'amore; ma , se "Over" è un intensissimo melodramma che racconta la fine di una storia sentimentale e la difficoltà nel costruire rapporti sinceri e duraturi, "And Close As This" offre una visione riappacificata nei confronti del mondo circostante. Insomma queste due opere si pongono in un rapporto reciproco che fa pensare allo Yin e allo Yang. Peter Hammill è l'unico musicista accreditato ( gli unici strumenti, invece, sono la voce , il pianoforte a coda e le tastiere), e questo è il sintomo di una volontà di raccogliersi nel proprio intimo e raccontare, tramite la musica, il proprio mondo affettivo.

"And Close As This" , secondo il sottoscritto, è un "unicum" nella carriera di questo particolare musicista, perchè non suona affatto ostico (utilizzata per tutte le canzoni è la formula strofa-ritornello, cosa rara nella sua sconfinata discografia) , pur presentandosi come pura materia "Hammilliana". Questo lo si avverte in " Too Many Of My Yesterdays", forse il miglior momento del disco, dove la voce limpida dell'inglese è accompagnata dall'immancabile pianoforte (il piano asseconda la voce, una formula che si sente in gran parte delle tracce). Il testo, sublimato da un ottimo ritornello, esprime la volontà di rimarginare una ferita amorosa che ha tanto procurato dolore al narratore. "Other Old Clichès", altro highlight del disco, presenta un testo dove è sciorinata l'incomprensione tra il protagonista e, probabilmente, l'amata. Anche qui il ritornello resta impresso e il piano sembra entrare in simbiosi con la voce tenorile del nostro. " Silver" e "Confidence" sono due buoni episodi dove a fare la parte del leone è l'istrionismo vocale , ben dosato, di Hammill. "Faith", forse la meno bella, parla della necessità della presenza della fiducia in ogni rapporto. " Beside The One You Love" può essere definita un'ode che tratta l'amore come esperienza quasi "mistica" ( a proposito riporto la prima strofa del pezzo: "You're helpless, entranced by the magical touch of her skin against yours, adrift. What else is there but this? It feel so sweet to fall asleep beside the one you). " Empire of Delight" spicca per la inaspettata collaborazione tra Hammill e Keith Emerson. Entrambi hanno fatto la storia del cosidetto "progressive rock" , ma sono musicisti diversissimi tra di loro: il primo è un maestro nell'interpretazione delle sue idee, il secondo è il monarca incontrastato dell'Organo Hammond e per abilità tecnica non è secondo a nessuno. Tuttavia il risultato non è da buttare via. "And Close As This" si conclude con "Sleep Now", una splendida ninna-nanna concernente il rapporto padre-figlio. Lo scenario prefigurato dal testo è commovente: un padre, che sul capezzale della culla del pargolo, mentre si accinge a cantare la classica canzone della buonanotte, pensa con preoccupazione alle difficoltà che il vasto mondo serberà , un giorno lontano, nei confronti di suo figlio e teme di non essere capace di proteggerlo (riporto la penultima strofa: "Sleep Now, one day i'll tell you how my life has been. Oh , so strange to think your eyes will fall on things that mine have never seen, these eyes that gently flicker in some lost childhood dream"). Indubbiamente una grande chiusura per un disco giustamente considerato il suo picco tra i lavori rilasciati negli anni '80. 

Post Scriptum: Ho provato a recensire degnamente quest'ottimo disco di una grande mente della musica inglese degli ultimi cinquant'anni. Spero di esserci riuscito. Il voto che do al disco è di quattro su cinque. Chiudo dicendo che è importante divulgare la musica che si conosce, sopratutto se fornita di contenuti validi, e che non bisogna aver paura di cimentarsi con le recensioni, perchè i siti di recensioni (ma anche di confronto e discussione), come questo, sono un irrinunciabile veicolo di circolazione di musica,  che in altri "canali", forse in maniera miope, spietata e ostinata, non viene diffusa.

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