Come poter recensire al meglio un gruppo come i Petrol che dimostra grinta da vendere, avanguardia, innovazione grazie all'uso sapiente della tastiera molto spesso collaudata come chitarra e grande spirito di inserimento in un mondo in cui ci vengono propinate tante immondizie musicali che ahimè siamo costretti ad ascoltare prima di cancellare dalle nostre menti.

Parto con il dire la formazione del gruppo che vede affaccendarsi sulla scena musicale artisti importanti che hanno avuto già esperienze musicali passate positive e acclamate dal pubblico. Abbiamo il frontman del gruppo Franz Goria voce e chitarra che ha suonato nei Fluxus, Dan Solo al Basso, ex bassista dei Marlene Kuntz, Ale Bavo alle tastiere e produttore della casa discografica Casasonica ed Ex_sushi e infine Valerio Alessio alla batteria. A seguito di questa formazione nell'estate 2007 si è aggiunto un nuovo chitarrista Nino Azzarà proveniente dai Mambassa tutt'ora in vige nella band ke ha suonato all'Indipendent prima di band del calibro dei Tool e dei Nin.
Rimarco ora l'immagine di questo nuovo chitarrista per farvelo conoscere un po'. Nino Azzarà è apprezzato dai Petrol per il suo genio sulla chitarra ed é stato notato per le sue doti e per i suoi suoni duri come lo dimostra in un altro gruppo in cui è lui il frontman i Betty Page. Nino è un vero showman oltre ad essere bravo ricorda un pò Steve Vai nei suoi riff veloci e nell'aspetto ma forse questo è un parere personale troppo azzardato.

Ma passiamo a una veduta generale dei pezzi incisi nell'album "dal fondo" per invogliare voi, giovani e non, ascoltatori che amate il rock. Anzitutto trovo che il pezzo di apertura "cera", per conoscere bene l'album abbia alcune pecche sonore in quanto il sound non è molto fortificato ma già qui si evince il biglietto da visita fondamentale per capire la band ossia la voce di Franz Goria che alcuni hanno definito il De Andrè risorto con la chitarra. E' un pezzo triste, sostanzialmente molto provocatorio e la provocazione è il tema principale dell'album. A quanto sembra pare che i Petrol o chi scrive i testi non dorma sogni tranquilli ma se amate il rock sapete bene che non è musica felice o meglio la felicità c'è se e solo se si sanno accettare le amarezze della vita. Passo ora a "ogni silenzio" in cui riscontro sonorità jazz miste al rock ottenendo cosi un bel rock sinfonico piacevole da ascoltare anche per i meno esperti , le atmosfere sono intense e cariche di emozioni perlopiù tristi ma solidali ai temi della band che, evidentemente, è incentrata in una sorta di autoironismo del reale capace di eludere la realtà complicata in cui ci adoperiamo. "L'ultima notizia è la stessa di sempre" in cui l'impatto sonoro è incisivo e a tratti frammentato in un rock duro e psikedelico azzarderei anke un pò grunge.

"Il nostro battito del cuore" è un pezzo un pò tirato a mio parere; decisamente il più commerciale della band che può sicuramente attirare il pubblico e questo è da apprezzare anche se lo trovo a tratti molto incisivo e ripetitivo; ma come al solito i Petrol si dimostrano grandi poeti per il testo intenso e ricco di esortazioni questa volta positive su come destreggiarsi nella vita complicata.
Passo al 6° pezzo e questo devo dire che è stato una sorpresa per me perché oltre ad avermi colpito il testo anche i suoni sono bene calibrati e sapienti ..si vogliono far sentire tutti con estremo senso di giustizia, c'é romanticismo nelle parole, tastiere sempre a imitare una chitarra quindi molto melodiche e c'é un bellissimo exploit sonoro alla fine del pezzo. Ottimo pezzo, davvero! Sarà un bell'impatto dal vivo.
Il 7° pezzo "coro inutile" è una quasi imitazione del 6°: apprezzo lo stile ma meno l'emulazione di pezzi già sentiti, e l'8° pezzo "Tradiscimi" è innovativo perché presenta all'inizio parti di elettronica, dalla quale si evince anche lo stile dello stoner sfumato e duro ..dello space rock raggiunto dalla tastiera: una vera sorpresa.

Il 9° pezzo "senza alcuna ragione" presenta atmosfere musicali tetre e cupe, è quasi un doom ma è bello da ascoltare per la profondità del pezzo e carico di elettricità che a tratti è sublime. Poi approdo nelle "due lune" pezzo in cui non c'é la voce ma regna un progressive rock ancora una volta tecnico e meticoloso in cui ci sono suoni galoppanti delineati dalla chitarra e dalla tastiera anch'essa resa "a sei corde" con suoni che vogliono farsi sentire anche nei momenti di maggiore intensità e tristezza. Scorrendo con l'ascolto cerco "nel buio", pezzo di chiusura dell'album e cavallo di battaglia della band in cui il rock duro finalmente si fa sentire e spietato scorre con riff di chitarra veloci e graffianti, ottima batteria sincopata e calzante e sublimi giri di basso che stonano le vostre povere orecchie abituate a sonorità più soft dell'album. Mi colpisce anche il testo bellissimo e provocatorio per menti che cercano disperatamente di trovare un posto in una luce che, secondo i Petrol, dentro di noi non esiste o solo a tratti ed io concordo con questa immagine filosofica di noi stessi che sottolinea come ancora poco conosciamo di noi e come la musica può aiutarci a portare questo pesante fardello.

Recensione scritta da Mikela, stimata ascoltatrice e Fan dei Petrol.. continuate a deliziarmi con il vostro sound, grazie.

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