"If It Weren`t For Venetian Blinds It Would Be Curtains For Us All". Secondo disco di questa band di Boston, che gira il circuito harcore dei centri sociali a metà strada fra punk, harcore, alternative ed elementi metal (dal vivo sonano la cover di "You Shoot me all Night Long" - AC/DC). Il disco si apre con un capolavoro, "Grace Kelly With Wings" canzone di fragile e delicata bellezza che ad un certo punto esplode annunciata dal verso “and you got those sexy legs!”. Il resto del disco è però ancora immaturo, si fatica a non distrarsi, l’ eclettismo delle influenze a volte si perde in un generico college pop. "If Marcus Garvy dies, then Marcus Garvy lives", dedicata a Marcus Garvey, fondatore all’ inizio del secolo (XX, il tempo passa) dell`UNIA la ‘Universal Negro Improvement Association’ e della ‘Black Star Line’ che trasportava persone e merci fra Jamaica e USA, prima esempio di imprenditoria nera. Un precursore di Malcolm X. Canzone però insignificante. ‘You won’t be seeing me again’ inizia acustica con la voce di T Kapp Shettel sempre in equilibrio fra la stonatura e la inadeguatezza, prima di aprirsi in una tempesta. "Mess with the Bulls" giocata sugli staccati e i cambi di tempo tipici hardcore, sempre con la voce stranamente gutturale. "Dirty Harry and the Thundebolts" è american college pop , à la Weezer. Il resto si perde fra testi ironici/non-sense/d’ amore e titoli lunghissimia cominciare dal ”se non ci fossero le tapparelle sarebbero tende per noi tutti”. Grandissimo potenziale ma disco ancora così così. Se prendono la strada annunciata da ‘Grace Kelly with Wings’ (di nuovo: un capolavoro!) la canzone più tipicamente indie, faranno grandissime cose.

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