"Is There Anydoby Out there?" Un nome, una certezza del contenuto del cofanetto. Infatti, dopo 20 anni di attesa (ovvero nel 2° anniversario della fatidica tourneé dei Pink Floyd seguente l'uscita del disco "The Wall"), questo disco è uscito nei negozi, saziando la curiosità di poter ascoltare la musica suonata dal gruppo in quel tour storico.

Ma "Is There Anybody Out There?" è anche una domanda che valeva senz'altro la pena porsi durante quei concerti, dal momento che, il gruppo, suonava praticamente quasi nascosto dietro un muro (che, pezzo dopo pezzo, veniva costruito) per la metà dello show; il tutto però condito da trovate sceniche geniali che davano modo di non dividere completamente la band dal pubblico.

Venendo al disco che sto recensendo, si tratta della (quasi) esatta riproposizione live dello storico "The Wall" del 1979 che, come ben si sa, definire semplicisticamente rock è decisamente una bestemmia. Infatti nel disco si possono trovare da pezzi rock dalle atmosfere dure, cupe e violente (merito anche dei testi dello "spietato" Roger Waters), a pezzi intimisti con pianoforte e orchestra, ad altri ancora quasi interamente acustici.

Elementi sinfonici e scariche elettriche caratterizzano il disco del 1979, e non vengono assolutamente dispersi nella loro esecuzione live... anzi, a tratti alcune canzoni risultano più incisive e vigorose della versione in studio, sembrano quasi prendere forma e svilupparsi approfittando della natura molto più "libera" che un live porta con sè, a dispetto di quella di un "concept album" che richiede maggiore asciuttezza nelle esecuzioni per non far perdere di vista l'aspetto tematico della storia narrato in dischi come "The Wall".

Ecco allora che pezzi come "Mother", "Comfortably Numb", "The Show Must Go On" e "Run Like Hell" hanno assoli estesi ed altri si prendono lo spazio che non hanno avuto sul vinile; è il caso di "What Shall We Do Now?" (che avrebbe dovuto trovare posto in "The Wall" ma è finita solo su "The Wall Movie"). Unica novità è "The Last Few Bricks", un medley che veniva eseguito dal vivo per dare tempo ai "muratori" di completare la costruzione prima della "intermissione", ovvero una pausa di venti minuti che divideva la prima e la seconda parte di ogni show. Alcune canzoni invece suonano diverse dall'originale, come nel caso di "Outside The Wall" o di "Bring The Boys Back Home", senza che, però, perdano in bellezza e spessore. Anche perché, generalmente, nei concept album non è che si possa parlare di pezzi belli o pezzi brutti; magari ci sono pezzi che piacciono di più e altri meno, ma tutto sta comunque messo lì non a sproposito...

Comunque di sicuro questo non è il live migliore dei Pink Floyd, nè quello più pulito; io, infatti, avverto dei fruscii di sottofondo francamente fastidiosi in pezzi come "Mother" nel punto in cui canta David, o "Goodbye Blue Sky" o "Comfortably Numb", che altri non sono che i normalissimi difetti tecnici del concerto stesso, che in live come "Pulse" sarebbero stati blasfemi! In alcuni punti si può addirittura sentire quando vengono azionati i microfoni (!), il che fa ampiamente presupporre tre cose: 1) Il live, essendo una trovata comunque commerciale, forse non è stato voluto direttamente dai Floyd; 2) Trattandosi di un puzzle di vari concerti del tour 1980 - 81, poteva essere curato un po' di più in alcuni punti di cui sopra, scegliendo le esecuzioni più "pulite" da altri concerti; 3) Essendo stato preso da vecchie registrazioni, sarebbe stato impossibile fare sovraincisioni o correzioni in studio, e quindi tutto è stato lasciato com'era.

Ma sia chiaro, queste non sono mica note di demerito! Questo live è comunque ottimo, e mette certamente meglio in risalto le doti di ogni singolo musicista di quanto non avvenga in "The Wall"... Ma forse gran parte del fascino di questo doppio disco (notevole anche l'artwork!) risiede proprio in questo: nel periodo di massima divisione e discordanza, i quattro membri del gruppo hanno fatto dei concerti in cui c'erano tutti e quattro, tutti sullo stesso piano, tutti che si facevano sentire, una band che sembrava unita...

Anche in queste contraddizioni sta il fascino di un gruppo come i Pink Floyd...

Carico i commenti... con calma