La delicatezza di un avvertimento così forte, così importante, non poteva venire che da una consapevolezza assoluta delle posizioni assunte e prestabilite da ogni percorso individuale inserite nel contesto generale. Il raggiungimento, da parte di Barrett, di questa compassione nell‘ analizzare una situazione arrivata a un punto di non ritorno dove a un certo punto Syd non poteva fare altro che constatare le dinamiche e gli intenti degli altri componenti anelanti a una normalizzazione e autoinstradati verso una velocità sostenibile sia per la loro natura, sia dall‘ istinto di conservazione del sistema che agisce nel riportare sui binari prestabiliti il tutto. Syd non firma.

L‘ accettazione da parte di Syd di capire il momento dell‘ uscita di scena lo accosta, per forza psichica, a tutti quegli esseri umani che hanno vissuto e sono morti per la Verità: Gesù crocifisso, Socrate costretto al veleno e tutti quelli che fino all‘ ultimo hanno predicato l‘ uscita dalla caverna e che hanno raccolto quello che Platone paventava, rifiuto e eliminazione.

In questo caso Barrett si è inferto un tipo di suicidio che è stato devastante per gli altri: questa condizione della mancanza di un appiglio come la morte fisica non ha fabbricato nell‘ inconscio collettivo l‘ omologazione della fine. Ed infatti, in tutti gli anni del ritiro e dopo tanti anni dalla sua morte, Syd aleggia sempre tra noi.

Ma così è stato comodo per le nostre piccole coscienze vestirlo come una cosa non prevista, relegandolo e ridisegnandolo, per “preservarci“, come un accettabile squilibrato. Si può capire,ma i conti con noi stessi prima o poi li dovremo fare.

Ho sempre inteso Roger Keith Barrett come una persona dotata di una padronanza reale del presente e non convenzionale. La prova che non abbia cercato di far proseliti senza indurci in tentazione con un eventuale carriera da guru lo scagiona da qualsiasi speculazione egoica che lo fa continuare a "brillare". Se non si può parlare, dopo questo, di una vita completamente realizzata, fate voi.

L‘ orchestrina dell‘ anima suona un motivetto che alla fine del pezzo deraglia in lande impersonali dove dimora la veggenza dell‘ invisibile. Circondato da comportamenti sempre più instabili e convenzionali da parte degli altri, il congedo di Syd è con l‘ umanità : “Ho fatto quello che ho potuto, adesso ve saluto rega‘!“ L‘ accomiatamento l’ha deciso lui, la solitudine è tutta nostra.

“E che cosa è veramente sogno, e che cosa è esattamente scherzo…?“

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