E' giunto il momento di parlare anche di questo lavoro dei Pink. Diciamoci la verità: "Obscured by Clouds", colonna sonora del film "La Vallèe" di Schroeder, è forse il long-playing meno conosciuto del gruppo inglese, il lavoro più insapore della prima produzione floydiana, opera in sordina, ma non per questo da buttare via, anzi.
E' un lavoro importante dal punto di vista eziologico, dato che, per chi non lo sapesse, solo un anno dopo sarebbe uscito un certo "The Dark Side of the Moon", ed è impossibile pretendere che non vi sia un pur minimo punto di contatto tra i due lavori. Diciamo pure, comunque, che, come il precedente "More", è un disco perlopiù atipico, non genuinamente floydiano come gli altri perchè subordinato alle esigenze cinematografiche, legato a schemi conformisti che ne fanno un lavoro interessante perché sospeso tra libertà di espressione e dogmatismo.

Pieno di sonorità pop e soft-rock, attraverso le strumentali "When You're in" e "Obscured by Clouds" dà il la a quelle che come "Time" e "Money", saranno le splendide esecuzioni alla chitarra di Gilmour, mentre le divagazioni wrightiane alla tastiera ("Mudmen") saranno bissate in "The Great Gig in the Sky", capolavoro del successivo disco. C'è però, soprattutto, un piccolo capolavoro, un prodotto inquietante costretto ad adombrare tutti gli altri per via dello stridente contrasto tra ballabilità musicale e crudezza lessicale, quel mezzo hit che è "Free Four". Pezzo più significativo dell'album, fa riferimento al "Riding the Gravy Train" che sarebbe diventato cavallo di battaglia della magistrale "Have a Cigar" di tre anni dopo, al rischio di "cavalcare l'onda" tipico dei Pink Floyd, riferimento autobiografico secondo cui mettersi in gioco può significare insuccesso o apoteosi.
Tra le righe, i reiterati riferimenti alla morte, e nello specifico alla figura del padre di Waters, che prossimo oggetto di "The Wall" e "The Final Cut" darebbe già importanti indicazioni sull'imminente appopriazione delle velleità del gruppo da parte di Roger, ancor prima, quindi, di "Dark Side". Indicazioni importanti, dunque, da un'opera spesso sacrificata, lavoro comunque musicalmente valido e rassicurante.

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