Mi sono stupito nel constatare che fra le recensioni dedicate a Pino Daniele mancava proprio questo album. Un gran bel disco, in cui si sviluppano le intuizioni geniali dei primi due ma con una minore presenza della musica popolare napoletana.

Come nei due lavori precedenti, anche questo disco è perfetto, dalla prima all'ultima canzone. "I say 'i sto 'ccà" apre le danze, con il classico linguaggio napoletano-inglese di Pino Daniele (beh, a dire il vero qui ne fa un uso molto più parsimonioso rispetto al suo solito), ed è davvero un meraviglioso benvenuto perchè la canzone è molto bella. La melodia solare crea un piacevole contrasto con il testo leggermente malinconico.
Simile come atmosfere (per quanto riguarda la melodia) è "Musica musica", solo un po' più vivace ritmicamente. È assolutamente da segnalare il sax di questa canzone (se ricordo bene il sassofonista dovrebbe essere James Senese, Enzo Avitabile aveva lasciato dopo il primo disco, spero di non sbagliarmi). Si distingue dal primo brano per una sottile ironia che non lascia scadere il pezzo in un eccesso di amarezza.

Il terzo brano è "Quanno chiove", pezzo dolce e rilassato, tra i più famosi di Daniele. In questa canzone tutto è "soffice", dai suoni degli strumenti (registrati veramente bene secondo me) alle progressioni armoniche. Non c'è la minima asprezza armonica o melodica, il ritmo è lento e dolce. Eppure la creatività melodica di Pino Daniele evita che cotanto rilassamento annoi l'ascoltatore. Si cambia totalmente registro con "Puozze passà 'nu guaio", pezzo rock-blues condito da simpatici fraseggi blues di facile ascolto ma mai banali! Bellissima la melodia del cantato ma soprattutto azzeccatissimo il solo di chitarra elettrica (nulla di particolarmente originale, ma assai gradevole).
Si torna a melodie pacate e meditative con "Voglio di più", brano dalla struggente drammaticità che vanta uno dei testi migliori del disco. Il testo è interamente in lingua, però regge perfettamente il confronto con i pezzi in dialetto.
Un altra magnifica canzone di questo magnifico disco è "Appocundria", triste e appassionato canto sorretto da una chitarra prepotentemente mediterranea, dal suono malinconico ma caldo. Il brano è anche un'occasione per Daniele di sfoggiare la sua abilità chitarristica, ma il pezzo non diventa mai uno sterile esercizio di stile, e del resto il brano non potrebbe in alcun modo annoiare visto che dura appena 1:38 minuti. Sonorità più forti le troviamo in "A me me piace 'o blues", è superfluo dire che l'influenza blues è qui più viva che mai (no, non è superfluo! In realtà di blues non ce n'è così tanto come sembrerebbe promettere il titolo!). Il ritmo della canzone è veramente coinvolgente, è difficile non andare dietro alla batteria e al basso con la testa (a proposito del basso, ci sono dei "frizzanti" momenti funky che contribuiscono a tener viva la vivacità del pezzo per tutta la sua durata).

"E so' cuntento 'e stà'" è il pezzo che mi piace di meno, però è comunque una bella canzone. Uno dei miei brani preferiti è "Nun me scoccia'", un blues abbastanza canonico sul quale però Daniele stende una melodia vocale bellissima che, in pratica, riveste il ruolo che ha di solito la chitarra solista su uno standard blues. Ogni tanto dei fraseggetti di piano ci ricordano che gli arrangiamenti di Pino Daniele sono sempre di prim'ordine. La cosa più bella della canzone (oltre al testo, meraviglioso nella sua graffiante ironia) sono i due soli di chitarra, strepitosi! Niente di ultratecnico eh, ma siamo di fronte ad un qualcosa di estremamente raffinato. Il suono della chitarra poi mi intriga troppo (è un semplice wha filtrato con un fuzz o roba simile o usa addirittura un TALK-BOX? Io propendo per la seconda ipotesi!). "Alleria" è un altro capolavoro, mi limito a dire che il pianoforte è straordinario, ma onestamente non saprei descriverlo rendendogli giustizia, quindi ci rinuncio. Una lieve sonorità funky torna con "A testa in giù". Ma si! Merita una menzione anche "Sotto 'o sole"! Dove Pino Daniele si lascia conquistare da ritmi sudamericani mentre canta

"E sotto 'o sole vene e se ne va' e saglie sulamente 'a voglia e 'jastemma' e nun ne parlamme cchiù nun ne parlamme..."

E il disco si chiude con "Alleria" di cui ho già parlato (anzi, di cui NON ho già parlato!). Se non ce l'avete procuratevelo, che aspettate ?

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