'Thank You John'

Il tributo personale di Polly Jean al dj inglese John Peel è questa raccolta di sessions che l'ha vista ospite sin dagli esordi. Anzi, è stato anche grazie alle frequenti programmazioni del compianto dj che la maschiaccia del Dorset è emersa e ha trovato il suo posto nel panorama musicale degli ultimi 15 anni.

La lista ufficiale delle peel session della musicista comprende molte più canzoni rispetto a quelle che fanno parte della track-list della raccolta. Questo farebbe pensare ad una scelta ben precisa delle canzoni da inserire e i pezzi da scartare, forse guidata, chissà, dal ricordo particolarmente felice di alcune registrazioni, come lasciano evincere le foto in bianco e nero dei due amici. In particolar modo la foto sul retro sembra ritrarre una ragazzina sorridente, piena di ammirazione verso quella figura paterna che le sta accanto. In effetti Polly ha avuto il privilegio di essere sempre stata sotto l'ala protettiva di John, così come lui ha avuto il privilegio di aver visto crescere la piccola PJ.

Le canzoni qui presenti ne sono la tesimonianza: le prime sessions risalgono al 1991, anno precedente all'uscita di "Dry", il micidiale debutto dell'artista, accompagnata dagli storici Rob Ellis alla batteria e Steve Vaughan al basso. Oh My Lover ha un cantato un po acerbo, cosi come la crescente Water, ma racchiudono quella potenza propria dell'album da cui provengono, che esplode nella fiera Victory (basso scandito, tamburi in tempo dispari e slide distorti) e nella sfacciata e irresistibile Sheela-Na-Gig. La stessa formazione è alle prese, nel '93 (poco prima dell'uscita del violento secondo album "Rid Of Me") con l'inedito (adesso non più) Naked Cousin, jazz-blues, pipe organ e voce roca, e la cover del bluesman Willie Dixon Wang dang Doodle ('all night looooooong, all night loooooooong..').

Un'altra cover blues è presente tra le sessions datate 1996 e condivise col musicista John Parish, stretto collaboratore della Harvey: Losing Ground di Rainer Ptacek. Una versione stile 4-Track Demos di Snake, isterica e scarna e la acustica That Was My Veil, scritta insieme a Parish e proveniente dall'album-collaborazione fra i due 'Dance Hall At Louse Point'. This Wicked Tongue, inserita come ghost-track su "Stories From The City, Stories From The Sea" (2000), ti assale graffiante e distorta, con la voce effettata che riecheggia e urla, al contario della delicata e malinconica, sempre estratta da Stories, Beautiful Feeling qui impreziosita da leggeri tocchi di piano.

Chiude la raccolta You Come Through (da Uh Huh Her - 2004) registrata per la BBC come tributo a Peel, che sembra scritta apposta per l'amico perso: una voce commossa e piena di speranza che canta 'I'll take you my friend, I'll take you with me'.

All'interno del booklet una lettera scritta a mano dalla cantante dove leggiamo l'essenza del disco: 'A way of saying 'thank you' once more. Thank You John'

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