Il nuovo lavoro dei capitolini Plugs Of Apocalypse è il classico disco che si fatica a comprendere nella sua interezza, forse perché, in fondo, l'idea finale che si ha dopo aver ascoltato "Deeper Than Hell" è di un prodotto sì ben congeniato, ma che purtroppo è carente di quell'elemento capace di renderlo qualcosa più di un semplice "piacevole". In dieci anni questa band è passata dall'essere la classica deathcore band a qualcosa lontano anni luce da quel genere, un passo rischioso ma che necessitava di essere fatto, con risultati decisamente rosei se stiamo a guardare. Chi sono i Plugs Of Apocalypse targati 2017? Una band che sembra aver trovato il suo habitat naturale in un contesto ibrido, che spazia tra elettronica, passaggi power, la malinconia tipica delle produzioni gothic/dark e abbondanti dosi di melodia. Partendo dal songwriting nulla da eccepire visto che stiamo parlando di musicisti ormai rodati, ogni brano ha una sua forma precisa con parti melodiche di pregevola fattura e tastiere che riescono nell'intento di dare ossigeno e idee a un lavoro che altrimenti sarebbe facilmente catalogabile in un determinato filone. Passando al cantato anche qui le protagoniste assolute sono le due voci melodiche (maschile e femminile) che si adattano perfettamente al contesto sonoro, mentre - per fortuna - il growl è stato relegato al ruolo di comparsa, visto che all'interno di questo lavoro di passaggi heavy ce ne sono davvero pochi. Insomma tutto alla grande penserete voi... Sì, sarebbe stato così se non fosse che la produzione dei suoni è qualcosa che limita parecchio le potenzialità di questo lavoro. Fa quasi rabbia notare come le chitarre siano state messe in secondo piano rispetto alle tastiere (che sono un elemento cardine di questo lavoro, ma di sicuro non al punto da essere poste così in evidenza), con suoni che non esprimono appieno la potenza espressa in sede di registrazione. Un vero peccato perché questo neo porta il disco a essere un paio di punti sotto rispetto al voto (alto) che avrebbe sicuramente meritato con ben altri suoni al seguito. Un disco che oserei definire elegante (tra l'altro corredato da uno splendido artwork), che merita un ascolto da parte di chi trova nell'alternative rock americano di fine anni '90 il suo genere musicale prediletto.

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