Sei non sei parte della soluzione significa che sei parte del problema.

Fast Canoe una cazzo di valvola per lo sfogo, riesce a confessarti e redimerti dai tuoi peccati, così si apre "Exploded Drawing" perla rara di un’ostrica che si è rotta alla fine dei novanta.

Mi sono sempre detto che la donna della mia vita dovrà essere una che alla domanda “ti sono graditi i Polvo?” mi risponda “sono il mio gruppo più caro”, so a cosa state pensando (sarà una vita di seghe).

E’ tutto un variegato di noise e math-rock, un lavoro abbondante di scrupolosità sonore, che verranno colte solo dopo diversi accurati ascolti, per non parlare di Crumbling Down pilastro portante del disco che ti entra nella testa come un kamikaze ti entra nel palazzo.

La convinzione che farsi otto ore di sonno a notte basterebbe a farci stare bene è una bufala gigantesca. "Ci siamo evoluti - ha spiegato Jim Horne dello Sleep Research Centre della Loughborough University - per avere modelli di sonno molto flessibili e frammentati, tra cui anche il sonnellino diurno". Non esisterebbe quindi un solo modello giusto da seguire. "Un breve pisolino di 4 o 15 minuti - ha detto l'esperto - può essere efficace come un'ora in più di sonno a notte". Centinaia di anni fa il sonno veniva diviso nell'arco della giornata. Ci si svegliava addirittura nel pieno della notte. "Questo concetto moderno che svegliarsi nel mezzo della notte è una brutta cosa - ha detto Horne - può effettivamente essere distruttivo per la qualità del nostro sonno. Per esempio se ci si sveglia alle 3 del mattino, si sta in ansia perché non si riesce a dormire. Invece si dovrebbe semplicemente alzarsi dal letto e occupare la mente con qualcosa di noioso ma rilassante, come fare un puzzle o leggere un libro, fino a quando il corpo dice che si è pronti per dormire di nuovo". "Se gli uomini delle caverne avessero dormito tutta la notte - ha concluso l'esperto - sarebbero stato mangiati vivi".

E in queste notti in cui mi sveglio alle quattro del mattino che decido di non riaddormentarmi ma di sentirmi “in this life” e “street knowledge” in repeat.

Questo è un album elaborato, indagato fin nelle minime minuzie, non credere che solo perché possiedi più di una centinaia di dischi tu possa permetterti di trovare tutte quelle minuzie, ad un certo punto non si tratta più di orecchio, ci vuole uno stato d’animo che non puoi compensare con i dischi ma solo con la vita, quella vissuta…ed allora solo potrai dire “Si Cazzo! Ascolto i Polvo”.

I Polvo come tutte le cose belle sono durati poco e poco si sono fatti conoscere, come una gomma che una volta passato il gusto sputi in strada, hanno fatto si la reunion ma per un vero uditore del gruppo quale sono è stato solo mettere un cerotto su una ferita da granata.

Ash Bowie ha qualcosa di straziante nella sua voce, qualcosa che ti porta giù e non ti fa più risalire, qualcosa che mi rende triste, qualcosa che mi fa sentire un problema al quale non troverò mai soluzione.

Carico i commenti... con calma