“Overdose di proteine”

Secondo molti amici vegetariani, l’eccesso di proteine provocherebbe accessi d’ira, e aggressività generica. Non ho idea se tale assunto possa avere un qualche fondo di verità, di sicuro dopo essermi mangiato 500gr di Angus argentina, mi sento pronto per parlarvi dei Pop. 1280, nuova creatura del sottobosco rock newyorkese.

Non c'è più neanche bisogno di affermarlo, ma un tempo, come ancora oggi, seppur con alti e bassi, NY è sempre centro focale e, se non suolo natio almeno patria d'adozione, dei migliori gruppi in circolazione. I Pop. 1280 non fanno eccezione, soprattutto perchè riportano l'attenzione su un genere spurio come il noise, in un momento storico-musicale dove se non infili alla cazzo di cane una batteria elettronica o un synth plasticoso ovunque, non sei ”cool”.

La carica paranoico-ossessiva dei Pop. 1280 riporta alla mente sia i gruppi noise-math dei '90 che i padri Chrome, fino a tenui ricordi Ministry di fine 80. Ma se questi ultimi flirtavano col metal imperante al tempo, i Nostri accendono un cero alla deragliante violenza degli Stooges, e dei successivi Flipper. Esemplare l'assalto iniziale di “Burn The Worm”, il suono di un branco di ubriachi con seri problemi di paranoia metropolitana, il martello industriale di “Nature Boy” o il meccanicismo cyberpunk di “Cyclotron”. Fra ascendenze wave gotiche (“Beg Like Human”), assalti quasi Hardcore (“West World”), gavettoni di schizofrenia alla Liars (“New Electronix”), i 4 ragazzi ci prendono calorosamente a calci nel culo fino al culmine di “Bodies In The Dunes”, dove una Moe Tucker androide sogna pecore elettriche mentre un serial killer nasconde le sue vittime a Coney Island.

Quindi se siete ammorbati da coinquilini mosci che sentono (e si vestono) come i Vampire Weekend, sapete cosa fare, lasciate che l'eco del muggito dell'Angus si impossessi di voi, mettete su questo disco e datevi da fare.

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