L'Italia di inizio anni '80 è ancora immersa pienamente negli anni '70, il decennio nuovo inizierà solo dopo la prima metà, e allora anche il bel paese conoscerà il ritorno dell'invidualismo, del capitalismo ostentato e della finanza spericolata e ballerina gestita da manager tirati sù a suon di "Capital" o simili.

Poi la fine di tutto, il benessere costruito sul niente, l'inflazione, tangentopoli, il grande furto del '92, Berlusca. La PFM nel 1981, regala ai suoi fans un lavoro incredibilmente reale, è come se il gruppo anticipasse di molto lo sfacelo che arriverà trattando temi quali la solitudine, la vita di periferia, il divertimento fasullo e vuoto, come un "Weekend".
La protagonista del disco è la città, la grande metropoli (Milano?) vista dalla sua periferia, territorio di speranze, illusioni, dolori e inganni; il vecchio rock barocco e estraneo al mondo reale non c'è più, anche il pop di classe di "Suonare Suonare" ha lasciato posto ad un suono metropolitano, diretto, semplice ma pur sempre melodico e ben riuscito.

Nel gruppo non c'è più Premoli, sostituito dal tuttofare Lucio Fabbri, questo comporta una virata netta verso sonorità più dure, le tastiere accompagnano la musica, non la condizionano più nel suo evolversi. L'apertura di "Come Ti Va" è indicativa del nuovo corso, il basso di Djvas detta la ritmica insieme alla batteria di Di Cioccio, mentre la chitarra di Mussida impreziosisce il tutto con abili giri di accordi che delineano man mano la traccia melodica, il pezzo cresce e esplode poi nel finale. Un suono poco complesso, ridotto al minimo indispensabile e un canto ruvido sono le caratteristiche principali del lavoro, alcuni classici del gruppo si trovano in questo disco, come "Quartiere Otto" e "Chi Ha Paura Della Notte", due brani trascinanti, ottimi per essere eseguiti dal vivo.

In "Quartiere Otto" viene pienamente trattato il tema della periferia e della sua dispersione, fisica e dell'anima, "E notti da ribelle sono passate tra le mie dita/me le ricordo tutte e si giocava a fare la vita /e quante cose da scoprire accarezzandola sulla pelle /lei mi parlava ma io ero via a caccia fra le stelle", "Chi Ha Paura Della Notte" tratta il tema del divertimento, e la notte viene vista come un mondo a parte, una sfera per anime perse, o che fanno finta di esserlo per poi tuffarsi nella solita settimana di un routine estenuante.
Mussida limita di molto le sue evoluzioni, ma regale sempre bei momenti, cita spesso lo stile minimale di Andy Summer dei Police, in "Weekend" è molto evidente, in altri brani invece cavalca l'onda sonora con grande sicurezza e si dimostra come sempre uno dei migliori chitarristi al mondo, così il basso di Djvas, così fluido nel regalare le sequenze di note a basse frequenze, e poi Di Cioccio, grande batterista anche in questa occasione.

La PFM , confeziona un buon album, accattivante e facile nell'insieme da ascoltare, il successivo "Pfm?Pfm!" del 1984 mostra invece un gruppo in sofferenza, che trova difficile adeguarsi a sonorità semplici e banali, ma in grado di dare una zampata alla classifica con "Capitani Coraggiosi", un brano disimpegnato ma gradevole.

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