Tante volte parlando di musica - sarà per un'innata esterofilia (in Italia fortemente diffusa), - si guarda all'erba del vicino come a quella più verde, incuranti del bel giardino di casa nostra. Passi per quanto accaduto in Italia negli anni '60 con la british invasion (e non solo riconosciamolo ...), ma i primi anni della successiva decade - con l'avvento delle nuove geometrie compositive che confermarono un percorso di crescita per la musica che prese forma in quello che fu presto definito rock progressivo, - rappresentarono un'inversione di tendenza. A tal riguardo con l'inizio dei seventies dal nord al sud dello stivale, assistiamo ad un colorato e nutrito ventaglio di nuove proposte ( Circus 2000, Flea, Osage Tribe e tanti altri) che raggiungeranno meno riconoscimenti rispetto ai mea culpa postumi da parte di quelle fonti di informazione che venivano indiscutibilmente ritenute ufficiali. Il panorama era ancora costellato di presenze prodigiose, in grado di assorbire i predominanti insegnamenti d'oltremanica, ottimizzandoli e dandogli una veste personale,come fu per Banco del Mutuo Soccorso, Le Orme e Premiata Forneria Marconi tra i numerosi capiscuola. La PFM rappresentò con STORIA DI UN MINUTO e PER UN AMICO (entrambi pubblicati nel 1972) che anche l'Italia poteva contribuire al cambiamento di quella che era stata sino a quel momento la musica italiana. Una profonda volontà di ricerca in grado di dare origine ad una voglia di esplorazione e nel contempo espansione musicale, capace di portare ad una più complessa struttura dei brani, facendo tesoro della forma canzone e senso della melodia tutto italiano.
L'incontro con Greg Lake (EL&P) che rimase piacevolmente colpito da un concerto della band, sfocia nel contratto con la Manticore che da quel momento si occuperà della pubblicazione dei dischi oltremanica a partire da PHOTOS OF GHOSTS. L'apertura di "River of Life" ci porta subito con determinazione tra sinfonie di stampo classico (che in PER UN AMICO avevano il nome di "Appena un po'") guidate dall'organo di Flavio Premoli e controbilanciate dal peculiare lavoro chitarristico di Franco Mussida, capace di alternare note di rifinitura e partiture ritmiche in cui si innesta il professionale mestiere al violino mai semplicemente di contorno di Mauro Pagani. "E' Festa" viene internazionalizzata con il nome di "Celebration": una vera e propria tarantella progressiva che guarda molto agli insegnamenti britannici dell'epoca, permettendo anche al riadattato testo del paroliere Pete Sinfield (già noto per il lavoro con i King Crimson), un'espressione lirica magari più conveniente ma sicuramente più melancolica rispetto alle parole originali (Celebration, You've spent a long time waitng for a Perfect yesterday - Now fill your heart with celebration, For that's love's way Vs E' festa, come sempre è la festa di un leggero uccello che va Come sempre è la festa di chi è - E tu?). La rielaborazione della title-track (collocata come terza anche sul disco precedente ...) ripercorre attraverso atmosfere suggestive, una strutturazione ritmica che lascia spazio alle sinuosità di flauto e violino, ricamando melodie che sono molto più di un ornamento al tutto. La conclusione della prima parte è lasciata all'unico inedito, la strumentale "Old Rain" (Premoli) in cui la familiarità con certe atmosfere impressionistiche non deluderanno, preparando all'ascolto della gongolante maestosità de "Il Banchetto" e delle nuove vesti di "Mr. 9 'till 5" e "Promenade the Puzzle" (in origine rispettivamente "Generale" e "Geranio"), diverse sì, ma eccellenti esempi di evoluzione naturale delle germoglianti atmosfere dei dischi precedenti, in grado di far convivere influenze della maestria inglese e di una personale forma di rock mediterraneo.
POG pur essendo il terzo lavoro di una - fino ad allora - rosea discografia, è l'esordio della PFM su terra straniera. Un album che contando su brani già testati fa da elegante passe-partout (oooppss) verso il mercato inglese ed americano con materiale superlativamente competitivo, a cui anche Melody Maker e Billboard non poterono che inchinarsi di fronte a quella che è stata e resta sicuramente il fiore all'occhiello del primo esempio di rock da esportazione Made in Italy.
Elenco tracce testi samples e video
02 Celebration (03:52)
Celebration
You've spent a long time waiting
For a perfect yesterday,
Now fill your heart with celebration
For that's love's way.
03 Photos of Ghosts (05:23)
Black roses laced with silver
By a broken moon.
Ten million stars
And the whispered harmonies of leaves.
We werer these.
Beside a dried up fountain
Lie five dusty tomes
With faded pasted pictures
Of love's reverie.
Across each cover is written,
"Herein are Photos of Ghosts"
Of ghosts, of ghosts,
Of the days we ran and the days we sang.
05 Il banchetto (08:36)
Sire, Maesta
Riverenti come sempre siam tutti qua
Sire, Siamo Noi
Il poeta, L'assassino E Sua santita
Tutti, Fedeli Amici Tuoi.
Prego, Amici Miei,
Lo Sapete Non So Stare Senza Di Voi
Presto, Sedetevi,
Al Banchetto Attendevamo soltanto voi
Sempre Ogni Giorno Che verra
Finche Amore E pace regnera.
Tutti Sorridono
Solo Il popolo Non ride, ma lo si sa
Sempre Piagnucola
Non Gli va mai bene niente chissa perche,
Chissa perche perche ecc. ecc. ...
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Altre recensioni
Di Roby86
"La melodia è tenue e delicata... data la sua bellezza evocativa rimane stampata in testa già al primo ascolto."
"Dopo questo lungo ed attento esame, mi sento di valutare in modo decisamente positivo quest’album... direi un 9/10."