Questa non e’ solo , una ( nuova recensione) di quel feticcio housedelico di Screamadelica , a 30 anni dal suo avvento tra i popoli rock e non .

Questo e’ anche un sospiro , atteso e aperto verso un nuovo orizzonte.

Sopra i miei rifugi infranti

Sopra i miei fari crollati

Sulle mura del mio tedio

Scrivo il tuo nome

Liberté’

( P. Eluard )

Un incendio , anche il piu’ devastante , ha tra i suoi aspetti piu’ interessanti , l’iniziazione , quasi rituale , del sinistro .

Dal timido sorgere della combustione , nuda alle notre iridi , sorvolano gradualmente e progressivamente, verso il cielo , appena sorriso dall’ arcobaleno, nuvole di intenso fumo nero e ridenti fiamme , che si prenderanno, ancora una volta , gioco della nostra umana impotenza .

Probabilmente anche una Rivoluzione, dalla sua Genesi , replica nella Polis , il medesimo e sinistro percorso.

Chissa’ cosa pensava Bobby Gillespie , algido batterista dei Jesus And The Mary Chain , quando capi’ che il rock poteva andare ( anche ) oltre una riedizione consumata dei Velvet Undenground e degli Stooges .

Chi avrebbe mai pensato , con cotanta disinvoltura , dalle polveri e dai testi consumati di Verlaine, di Joyce , dalle polveri posate sui libri e vinili nello scantinato del suo cottage di Glasgow, di ritrovarsi d’incanto dopo un riff di Keith Richards , sulla sponda del club piu’ acido ed esclusivo di Detroit .

E chissa’ quel testardo scozzese , allevato da mamma’ a bacon e Supremes , quante volte in moto sfoggio’ la mimica spavalda e selvaggia di Peter Fonda / Heavenly Blues , suo personale totem cinematico della ribellione , in embrione.

Dal teatro classico degli antichi greci, i cui drammi socialmente permettevano di ipnotizzare il pubblico e di sollevarne lo spirito , l’arte , tra tante cose , avrebbe avuto anche la funzione di liberare l’uomo dai condizionamenti , dal piu’ leggero al piu’ mortale.

Liberare il popolo, come la poetica di Genet, Jarman, Garcia Lorca, Cocteau . Da tutti i condizionamenti , dalle ideologie globalizzanti ed attuali , ora piu’ che mai .

Vero Bobby ?

I Primal Scream , in quel bastardo 1991 , nel loro data planning sublimamente pianificato dal quel diavolo di Alan Mc Gee ,

avrebbero dovuto nell’ordine,

senza mezzi termini incendiare Madchester , con fiamme piu’ alte del Sole stesso ,

esiliare e mettere al bando gli ultimi shoegazer ,

mettere a ferro e fuoco la citta’ con baccanali luciferini e danze lisergiche ,

che avrebbero turbato ancora una volta in maniera irreversibile il Rock , dopo la prima

infatuazione nel 1975 con il Philadelphia Soul di Young Americans.

Screamadelica e’ stato il risveglio dall’incubo sexy e rovente di Bobby Gillespie , probabilmente lo Zenit di una personalita’ certamente caotica ma profondamente trasformista e trasparente.

L’incontro con Andrew Weatherall fu fatale , come quello tra Visconti ed il Duca Bianco, una empatia selvatica si sviluppo’ tra due personalita’ provenienti da poli opposti , che avrebbe presto generato una alchimia di genere mai realizzata prima .

Siamo lontani dalla perfezione stilistica di Loveless dei My Bloody Valentine , ma in questo contesto, probabilmente , non prettamente musicale ma anche temporale , viriamo anche oltre , perche’ il lavoro di Gillespie & C. stravolse di fatto un post punk nostalgico ed intimista soffofocandolo nella spazialita’ di un pop distorto , corrotto e contaminato da sonorita’ elettroniche e dub.

I’m Losing More Than I’ll Ever Had “ (brano composto da Robert Young, Andrew Innes e Bobby Gillespie) era stata la gemma piu’ blueseggiante dell’album precedente , simpliciter denominato Primal Scream ; che senza particolari acuti era quasi passato inosservato in terra d’Albione , nonostante la presenza di alcuni brani gia’ maturi.

In quel brano , secretamente nicchiava, come un Trojan psichedelico, il Germe della futura Rivoluzione .

Andy Weatherall , attivissimo Dj e producer nei primi anni 90 , tra un acido e l’altro aggiunse alla traccia originaria , presente nel precedente album , stonesiana e di matrice vaudeville a Villefranche, un basso rotondo e marcato con un groove da club etero , di fatto teletrasportando in un trip intercontinentale , degli increduli e sciroccati Glimmer Twins all’interno del Bleu Detroit.

Incorporò nella drum machine i suoni di batteria di “What I Am” , brano di Eddie Brickell & New Bohemians ( inportati da un bootleg italiano ) , minuto 0,40 circa , le voci soul gospel delle Emotions di “I Don’t Wanna Lose Your Love “ ( al filo in un derby mozzafiato avevano steso le Supremes di Baby Love , caldeggiate da Gillespie , ma Andy ebbe la meglio ) , i fiati di “Free Style” di John Hawkins .

Dulcis in fundo , Gillespie , teatrale e spettrale , al termine cantava Terraplane Blues di Robert Johnson.

Da un esperimento su drum machine, nato dal sample iniziale ribelle di Heavenly Blues ( un oltraggioso Peter Fonda a capo di una anarcoide banda di bikers , nel film cult - The Wild Angels - di Corman , sbrottava contro un le autorita’ reazionarie , il quel famigerato intro “ We wanna be free, We wanna be free to do what We wanna do ) , in un perfetto incastro di neo classico , barocco e trasversale avant – garde ; Loaded era pronta per diventare la colonna sonora di una nuova generazione di hippies .

Higher Than The Sun “ , altra gemma di Sreamadelica , e’ la caramellina scozzese Glenlivet che non ti aspetti a quella festa, il sorriso fatato della Bellezza di cui ora ricordi solo l’ombra suadente dopo quel trip senza ritorno. E’ la lenta discesa nella valle di Ennom , la scoperta di un mondo affascinante e veramente libero , che non ti saresti mai aspettato . All’ingresso , nel foyer un maggiordomo in smoking ti sussurra che le due sinfonie dub sono in realta’ 3 , anzi forse 5 , anzi forse non c’e’ un numero esatto per descriverle , tutto diventa indifferente , il tempo e lo spazio di fatto spariscono dalle coordinate ; e’ forse questo il sodalizio del cielo con l’inferno. Dalle architravi di questo pezzo delirante , nella seconda versione , Jah Woubble e’ in regia con una bassline che ti porta lontano , sulla costellazione di Gemini.

È forse questo il migliore dei mondi possibili , vecchio Pangloss ?

E poi perche’ dovremmo staccarci dalla nostra interiore e sana follia , forse per acquisire tutti quei surrogati , che ogni giorno mendicate per venderceli ?

No grazie , andiamo avanti cosi’. Con i nostri sogni , ma soprattutto i nostri incubi.

Well, we wanna be free, we wanna be free to do what we wanna do
And we wanna get loaded and we wanna have a good time
And that's what we're gonna do (away baby, let's go)
We're gonna have a good time, we're gonna have a party

Wroom Wroom.

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