"Nerve And Muscle, Heart And Brains

Lost To Ireland, Lost In Vain"

XIX secolo: orde di Irlandesi si riversano nei porti della loro isola per salpare verso l' America. Un sogno nel cuore, tornare a vivere. "The Coffin Ship" è la narrazione di questi viaggi verso l'ignoto, pieni di speranza, ma votati al fallimento già in partenza. La "crisi delle patate" ha colpito tutto il Regno Unito, ma la sconsiderata politica della Corona Inglese ha gettato nella miseria soprattutto la Scozia e l'Irlanda.

"Here in Humiliation And Sorrow

One Is Driver To Exclaim

Oh God That Bread Should Be So Dear

And Human Flesh So Cheap"

Il testo prosegue lasciando presagire addirittura le conseguenze nefaste del tremendo viaggio per mare: alla povertà si è unita anche la consapevolezza di essere stati per tuta la propria storia degli esclusi.

'The Gathering Wilderness' è l'ultimo album dei Primordial, band irlandese capitanata dallo straordinario Alan Nemtheanga, capace di compiere un'evoluzione dai lidi più estremi ad un suono più riflessivo e progressivo, pur sempre in ambito Metal.

A differenza dei Bathory, l'amore dei Primordial per la patria non si concretizza in alcuna rivisitazione gloriosa del passato: gli Irlandesi con cui si immedesima il singer non sono certo i forti Celti di Britannia, ma la gente comune degli ultimi secoli. E' qui la grandezza dei Primordial: se la propria terra diventasse il pretesto per un messaggio nazionalistico (come succede in Scandinavia e nell'Est Europa) il risultato sarebbe volgare e dozzinale. Ma qui non è l'Irlanda che si celebra, ma gli Irlandesi: persone umili e fiere che non lottano tanto per la riscossa del loro paese quanto per mangiare qualcosa a fine serata.

"Esclusione", "Diversità" e "Solitudine" sono tutti termini che compaiono più e più volte nel disco, ne costituiscono il tema di fondo. L'individuo è solo nel suo dolore, e stare in mezzo ad altre persone che soffrono come lui non può aiutarlo, anzi moltiplica il suo cordoglio. Ci troviamo in un disco per certi aspetti (soprattutto quello musicale, sia chiaro qui non siamo in ambiti folk) legato a momenti epici e battaglieri: ma non c'è traccia delle grandi battaglie del passato, né della grandezza che fu un tempo. Il dolore si è portato via il ricordo, rimane solo qualcosa di sbiadito, nebuloso. I bardi che un tempo cantavano le vicende di eroi e dei narrano ora della fine del mondo, di ciò che si è perso e che non tornerà mai... forse non sono neanche più cantori, forse sono mendicanti all'angolo di una strada e basta.

Mi rendo conto perché Riccardo Conforti e Ivan Zara abbiano chiamato Alan Nemtheanga a cantare nel terzo LP dei Void Of Silence, 'Human Antithesis': la stessa partecipazione che si trova nella musica dei romani la si riscontra in quella degli Irlandesi (non a caso i testi di quel disco furono scritti dal singer britannico).

La musica dei Primordial si nutre di momenti epici e maestosi, ottenuti con il solo ausilio di basso, batteria e chitarra, ed altri più toccanti e personali, in cui la proposta si fa più rarefatta. Non si passa mai al folk vero e proprio: brevi tratti di fisarmonica, chitarra acustica e violino regalano quel sapore tipico dell'isola irlandese, nulla di più. I brani sono tutti belli e diversi tra loro, supportati da una produzione limpida e da un songwriting ispirato.

Sicuramente potranno apprezzarlo coloro che apprezzano il Metal Epico e quelli più legati a sonorità classiche. Le straordinarie doti vocali di Nemthenga faranno pensare molti ad un Dickinson novello (così come molte song recenti dei Maiden, più "medievali" nel loro incedere), anche se la sincerità dei Primordial è avanti anni luce da quella di molte band più blasonate.

Carico i commenti...  con calma