Come ogni settimana mi arriva la mail dai ragazzi dello Sbaraglio che mi informa sui concerti che organizzano. Io ogni volta che posso ci vado, preventivamente ascolto se possibile qualcosa sul sito del gruppo, che ormai è diventato un must per tutti. I Psychovox hanno il sito ufficiale in manutenzione, ma hanno attiva la loro bella paginetta su myspace.com, la bibbia mondiale ormai di chi suona.
Se ci fosse stato questa possibilità quando suonavo io negli anni ottanta, ma questo è un altro discorso. Ho ascoltato e scaricato l'unico brano presente "I padroni del mondo". Il brano in questione è oltremodo orecchiabile, uno di quei refrain che ti entrano nelle orecchie e non se ne escono più. Il giro di chitarra intersecato col basso e la voce equilibrata ben mescolata ad una batteria molto piena, fanno si che già al secondo ascolto ti ritrovi a canticchiarla in ascensore o mentre passeggi con la testa fra le nuvole. Un brano che strizza l'occhio al rock'n'roll grezzo a tratti punk dei Prozac +, o dei Moravagine, i Tre Allegri Ragazzi Morti di Davide Toffolo.
Con queste sonorità in testa sono andato al concerto. Arrivo allo Sbaraglio, saluto Faz e Leo. Due chiacchere con loro e poi vado dritto al banchetto a comprare il CD dei nostri. È solo un EP di 5 brani, "La luce non ha ombre... " ma il prezzo è quello giusto. Di li a poco iniziano a suonare. Prendo posto in prima fila. A parte qualche piccolo problema tecnico, la voce si sente un pò poco e la chitarra tende a coprire un po' gli altri e a fischiare nelle pause tra i brani, creando comunque un effetto sonoro molto indie. Il synth si sente appena, a sprazzi tra gli echi delle canzoni, ma comunque da l'idea.
I loro brani scivolano via tranquilli, mischiando generi su generi. Si va dai Nirvana ai Motorpsycho, dai Dead Flowers agli Ecstasy of St. Theresa oppure addirittura ai più ispirati Pink Floyd, ossia quelli di *Ummagumm*a o "More" tanto per darvi un 'idea, con qualche punta di acido in più. Mi vengono per certi versi in mente i primi vagiti dei Marlene Kuntz, ma anche i Giardini di Mirò, ma ci sono almeno altre decine di bands nelle loro teste, dalle quali traggono ispirazione senza scimmiottarle. Arriva la canzone di cui sopra e sembra davvero la più radiofonica, la più perfetta nella forma, la più pop nell'accezione positiva del termine. Anche perchè tutte le altre sono dilatate, allungate, psichedeliche, con assoli e fraseggi tra gli strumenti, frutto forse di lunghe sessions di improvvisazione fatte tra loro in studio. Il concerto è un pò brevino per i miei gusti, ma molto piacevole, i ragazzi ci mettono l'anima e si sente, le sensazioni e le emozioni si trasmettono attraverso le casse dell'impianto, e forse vorrebbero e potrebbero allietarci ancora un po', ma d'altronde allo Sbaraglio come in tanti altri locali ormai c'è il problema "rumore" abbinato "all'orario" abbinato al "vicino" che rompe. Purtroppo.
Tornando a casa ho ascoltato il CD, e ho continuato a farlo nei giorni seguenti. Cinque brani, ben suonati, ben registrati. Il tutto rigorosamente autoprodotto, infatti i Psychovox non hanno alle spalle nessuna etichetta discografica e nessuna distribuzione, anche se il loro progetto sonoro (o sonico come si diceva una volta) meriterebbe di essere prodotto e distribuito in lungo e in largo per la penisola, ma presto magari le cose saranno diverse. Prima o poi le orecchie tappate di qualcuno si apriranno ai nuovi suoni.
Prossimamente suonano ancora in giro tra la brianza e il milanese, consiglio a chi l'incontra di fermarsi ad ascoltarli, ne vale la pena. Io se posso ci sarò.
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