Dunque la regina del rock inizia un poco a steccare nel 1978 con Jazz, ma il disco è buono. Nel 1980 esce The Game e si capisce che qualcosa nei Queen non funziona più tanto bene se i pezzi più interessanti sono i rock'n'roll di Taylor. Arriva il e 1982 i quattro affondano. Hot Space è un disco che lascia perplessi, intanto fa capire definitivamente che il gruppo dei primi settanta non tornerà mai, ma soprattutto evidenzia una crisi profonda nel cercare nuove sonorità per potersi reinventare negli ottanta con un'altra faccia.

Nonostante un buon produttore come il tedesco Mack, l'album appare decisamente costruito in fretta, le scelte di nuove sonorità vicine alla disco-funky (Staying Power, Back Chat) e ai testi "caldi", appaiono sviluppate male e tutto è soffocato fra suoni sintetici gratuiti. Pezzi come Dancer o la terribile musica minimalista di Body Language non sono in grado minimamente di poter pretendere più di un ascoltino veloce.

I quattro sembrano perduti in uno stato confusionale acuto, d'accordo la voce di Mercury è sempre pregevole ma gli altri offrono poco, Brian May è impercettibile in molti pezzi e Roger Taylor cerca di trovare qualcosa di buono nelle sonorità sintetiche della batteria elettronica senza cavarci niente.

Alla fine si salva la seconda parte dell'album, Put Out The Fire sembra anticipare Hammer to Fall e Calling All Girls di Taylor è la cosa più interessante del disco, sia per il testo con l'inno all'amore universale sia per la musica: un rock'n'roll virato alla disco. Las Palabras De Amor e Under Pressure sollevano il tutto ma lasciano intendere che la sperimentazione di certe sonorità non è roba per tutti e che per i Queen è meglio tornare al buon vecchio rock.

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