Dopo un anno di separazione i Queen si riuniscono e danno inizio alla seconda fase della loro storia proprio con The Works.
The Works, nonostante presenti solo 9 canzoni, dà l'idea di essere un bell'album quasi completo: non avrebbe guastato affatto l'inserimento di I Was Born To Love You, Made In Heaven o Thank God It's Christmas frutto delle medesime sedute di registrazione.

L'album è simboleggiato da 4 nuove hit fortunate entrambe a livello di classifica. In primo luogo sicuramente le storiche Radio Gaga (idea di Taylor) e I Want To Break Free (idea di Deacon) e in secondo luogo It's A Hard Life (idea di Mercury) e Hammer To Fall (idea di May). Delle ultime due la prima si distingue per l'INTRO dagli spunti tratti dal "Pagliaccio" di Leoncavalli (ancora Freddie & il mondo operistico!), la seconda per l'avversione al nucleare per la verità non troppo esplicito nel testo. Il resto NON è da meno delle hit (tanto per non cadere nella solita trappola!): la grezza e dura Tear It Up, Freddie che si "tramuta" in Elvis Presley nell'originale esperimento di Man On The Prowl, l'energia e i crescendo di Machines (Or Back To Humans) che poteva veramente divenire splendida con arrangiamenti migliori.

2 gioielli incompresi e sottovalutati sono le tracce rimanenti. Keep Passing The Open Windows (che rientra in un film ma non ricordo quale...) è un inno alla vita contro le sue difficoltà che portano al suicidio; ha una grande intro (nulla da invidiare a quella di It's A Hard Life) ed anche un motivo trascinante.
Is This The World We Created...?, nata dalla prima ed unica collaborazione tra Freddie e Brian, un brano breve ma di rara intensità, non per niente rappresenta il momento clue dei Queen al Live Aid specialmente per il problema da essa trattato, quello della fame nel mondo. Riassumendo possiamo parlare di The Works come di un "piccolo grande disco" che li porterà alla piena maturità anni '80.

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