Dopo anni e anni di ripetuti ascolti, ancora oggi non riesco a trovare un singolo difetto in questo platter. Più lo si ascolta e più si ha la sensazione di trovarsi di fronte a un capitolo della storia del Metal assolutamente perfetto e purtroppo irripetibile. Certo, questa band ha sfornato altri capolavori del genere (vedasi Promised Land o Empire), ma questo Operation: Mindcrime è a mio modestissimo parere, il capitolo perfetto. Ma andiamo con ordine. Questo disco è uscito nel 1988, ed è un concept album...uno dei migliori del suo genere. Non starò qui a soffermarmi sulla trama e togliervi il gusto di assaporarvela da soli ascoltando il disco, bensì mi piacerebbe parlarvi della straordinaria qualità delle canzoni. Con una sezione ritmica da paura (Scott Rockenfield batterista tanto bravo quanto sottovalutato), un chitarrista fenomenale come il mitico Chris DeGarmo e un cantante dalla voce divina come quella di Tate, era quasi scontato aspettarsi un capolavoro e i nostri non hanno deluso. Dopo una bella intro strumentale quale "Anarchy-X", si passa a "Revolution Calling", pezzone da 90 che non lascia scampo grazie al suo ritornello semplice ma memorabile. E' il turno della splendida title-track, una delle canzoni Metal più belle di sempre a parere di chi vi scrive. "Speak" e "Spreading The Disease" sono due pezzi semplicementi fantastici. "The Mission" (altro pezzo incredibile) ha il compito di fare da preludio alla canzone più bella del platter, l'incredibile "Suite Sister Mary". Qui non servono commenti, basta ascoltare e immergersi in 10 minuti di purissima goduria. Dopo questo capolavoro, tracce come "The Needle Lies" e "Breaking The Silence" scorrono via come l'acqua, fino ad arrivare alla bellissima "I Don't Believe In Love", decisamente inferiore alle gemme ascoltate finora, ma comunque un bel pezzo orecchiabile e godibile. E infine si arriva all'ennesimo capolavoro del disco, la conclusiva "Eyes Of a Stranger". Esattamente come "Suite Sister Mary", basta ascoltare e godere come non mai. In tutto il disco emergono le straordinare doti vocali di Geoff Tate e l'incredibile classe di un chitarrista troppo sottovalutato a mio parere come DeGarmo. Ogni assolo, ogni linea vocale, ogni sezione ritmica è condita da un gusto e da una classe assolutamente fuori dal normale. Un disco incredibile firmato da una delle più grandi band che il panorama Metal abbia mai avuto.

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