Successivo all'omonimo disco d'esordio, nel quale le sonorità monolitiche sludge e stoner regnavano sovrane, il quartetto canadese composto da Chad Ross, Andrew Moszynski (i due ex Deadly Snakes), Josh Bauman e Mike Maxymuik cambia rotta con questo "Lights From Paradise".

E lo fa ancor più confermando quelle prerogative di capacità tecnica abbinata a una buona dose di inventiva che il primo lavoro lasciava trasparire. Se da una parte si rimane quindi ancora ancorati alla polverosa terra con gli episodi di matrice più marcatamente hard come "Set Out Alone", "Confusion's Home" o la splendida "In The Place Of A Storm" è pur vero che chitarre tirate e ritmi sostenuti rimangono comunque attraversati da una tensione spirituale ed extracorporea.

Ma è quando viene inserita l'iperguida che si decolla puntando distanze siderali trascinati da pezzi come "Hinterland Who's Who" o "Session Of Light" (altre perle di questo lp). Cosmiche progressioni che sublimano in astrali esplosioni, salmodianti viaggi interstellari, pinkfloydiane reminescenze evocate sia dalle sontuose aperture melodiche che dal timbro gilmouriano di Ross.

Il misticismo che permea l'opera non è mai distorta e ossessiva allucinazione ma si connota all'insegna di una visionaria contemplazione ("Psychic Seasons" ulteriore gemma) proponendosi come ideale catalizzatore sonoro per ultraterrene pulsioni.  

Liquida metafora della dicotomica natura umana questo disco ci proietta in un empireo limbo, piacevolmente fluttuanti tra corporeo e immateriale, sospesi tra gli inferi e le stelle.

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