Nella scelta di come farmi scoglionare la giornata, tra le varie opzioni, c'era quella di infilarmi su Debaser e scrivere la mia solita puttanata su un disco tanto pompato quanto inutile.
Sto parlando di questi nastri trafugati (sembra) a casa di Tom Yorke, in merito a delle sessioni registrate dell'album capolavoro "Ok Computer" di fine anni 90.
18 brani (li chiamiamo brani?) estenuanti, interminabili, sfilacciati, registrati in demo senza cura del suono ecc. Alcuni della durata di 1 ora e mezza cadauno per un'interminabile session di quasi 18 ore di musica (?): distopicaotica, straniantabile, delapinate, laceroide e inconclusessiva da far venire il latte alla giugulare destsa. Un esercizio di stile per masochisti con tendenze depressive in grado di ottenere il suicidio assistito, dopo sole poche ore di ascolto.

Sembra che il lavoro hackerato dei Radiohead abbia già indotto i ladri ad entrare in comunità.
Brani già editati (sul disco OK Bla bla) senza cura del suono e pieni di sporcature (la nascita di Paranoid Android, Karma Police ecc) riproposte in più tracks più l'aggiunta di improvvisazioni scialbe e senza spessore. Materiale che, come ha sottolineato il chitarrista Jonny Greenwood, non sarebbe mai stato pubblicato. E ne aveva ben d'onde.
Diciamo che questa mossa del gruppo di NON cedere al ricatto dei ladri (chiedevano solo 150.000 dollari, sti poracci) è stata spiazzante.
Resta poi da vedere se davvero qualche fans avrà il fegato di sciropparsi queste 18 ore da taglio delle vene al costo di soli 18 dollari. Anche se il ricavato, visto la scarsità e la povertà del contenuto, pare sarà devoluto alla Onlus ambientalista Extinction Rebellion che a Londra ha fatto già abbastanza parlare di sé.


Vi dirò, a me sta cosa "puzza" di operazione di marketing pilotata. Però io sono un vecchio rincoglionito misantropo di cui nessuno più rammenta le eroiche recensioni degli anni passati qui su Debaser.

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