Erano gli anni degli splendidi perdenti, del recupero del fuzz, del dolore adolescenziale ricoperto da strati di distorsione. Ma lì, a Los Angeles, ancora si rimpiangevano i magici Sessanta. David Roback e Matt Piucci, stanchi di contemplare i poster di Syd Barrett, misero su un progetto musicale che avesse lo scopo di riprendere l'urgenza melodica e armonica ben radicata nella psichedelia, come gli anni acidi insegnavano.
Erano i The Rain Parade e nel giro di pochi anni diverranno uno dei punti cardine di quel movimento che prese il nome di Paisley Underground. Chitarre ariose, linee vocali suadenti e tanta melodia retrò. Ed "Emergency Third Rail Power Trip" non fa eccezione. Si parte dalla lezione di maestri come il già citato Syd Barrett, passando per le elegie corali dei Beach Boys, fino a giungere in territori più lisergici.
Si rimane intrappolati nel turbinio Pop di brani come "This Can Be Today" - i fratelli Wilson sotto acido -, ci si ritrova a muovere il capo con le melodie sghembe di "Look At Merri" e ci si lascia trasportare dalla psichedelia inglese di "Kaleidoscope". Un cumulo di brani potenzialmente perfetti. Cristallini, addirittura, nel loro incedere. Non spalancano porte, bussano ed entrano con eleganza. Gusto e ricercatezza, piano e poi forte (ma non troppo). Il prima e il dopo del sottosuolo musicale americano.
Quaranta minuti rigeneranti, da ascoltare a cuor leggero. Sarà più facile per loro penetrarvi. E dopo non li lascerete più. Perderli in mezzo al marasma che furono gli anni Ottanta sarebbe un delitto.
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